Coronavirus, Borrelli: “Fase 2? Aspettiamo il lavoro del Comitato”

16 aprile 2020

Continuano a calare i ricoveri in terapia intensiva. La buona notizia arriva dal puntuale bollettino giornaliero della Protezione civile. Per la prima volta dal 20 marzo i pazienti nei reparti sono infatti scesi sotto tremila: ad oggi sono infatti 2.936, 143 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.032 sono in Lombardia, 42 in meno rispetto a ieri. Dei 106.607 malati complessivi, 26.893 sono ricoverati con sintomi, i positivi sono 1.189 in più, ma 750 in meno rispetto a ieri, e 76.778 sono quelli in isolamento domiciliare. Il numero dei contagiati totali dal coronavirus in Italia – compresi morti e guariti – è di 168.941, con un incremento rispetto a ieri di 3.786. Oggi sono 2.072 i guariti dal coronavirus, in totale dall’inizio dell’emergenza le persone che hanno superato il coronavirus sono 40.164. Cala (per il secondo giorno consecutivo) se pur di poco la crescita dei morti: 525 più di ieri (+2,43%), quando erano stati 578 in più di martedì (+2,74%). Il totale delle vittime in Italia per coronavirus è di 22.170 persone. Il totale dei tamponi effettuati sale a 1.178.403, +60999 su ieri (+5,46%).

I DATI PER PROVINCIA

FASE 2

“Io voglio aspettare gli esiti delle valutazioni che sta facendo il gruppo di lavoro guidato dal dottor Colao per esprimere un mio giudizio”. Sull’avvio della cosiddetta ‘Fase2’ Angelo Borrelli non si sbilancia. “Il Comitato Tecnico Scientifico sta analizzando tutte le varie opzioni, sta valutando l’impatto delle diverse misure, tenendo conto che il faro guida per noi è fare in modo che il famoso R0 rimanga sotto l’1 – ha spiegato il capo della Protezione civile -. Si sta ragionando su quali sono il mix di misure che possano consentire di rilasciarne alcune e allo stesso tempo mantenere R0 sotto l’1”.

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PATENTINO IMMUNITA’

“Come stiamo vedendo ormai da alcuni giorni siamo in un trend discendente, con le curve dei contagiati, ricoverati e deceduti che hanno come sappiamo uno sfalsamento temporale”, ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Silvio Brusaferro ha sottolineato, fra l’altro, che “non ci sono le basi per poter dare un patentino di immunità”, spiegando che “i test vanno a cercare la presenza di anticorpi”. “Ci sono molti prodotti e il numero è in crescita ed è un dato positivo – aggiunge -, però la disponibilità dei test è recente”, dunque “la valutazione precisa in termini di specificità”, “la loro capacità di identificare l’essere positivo o negativo”, “sono in fase di messa a punto di validazione”. Tutto questo “è in itinere oggi e patenti di immunità oggi è difficile poterle dare. Laddove diano risultati positivi è sempre necessario aggiungere tampone per verificiare presenza o meno del virus”.

TANTI ITALIANI ESPOSTI AL VIRUS

“Le nostre stime ipotizzano che oltre il 90% delle persone non è venuto in contatto con il virus e quindi è suscettibile – ha detto ancora Brusaferro -. Ciò significa che bisogna tenere molto alta l’attenzione pur in presenza di un’efficacia delle misure di contenimento testimoniata anche dai dati di oggi in miglioramento”. Secondo il presidente dell’Istituto superiore di sanità, per avere immunità di gregge il 70-80% della popolazione deve essere immunizzata. Quanto ai test sierologici, Brusaferro ha ribadito che quelli più efficaci per sensibilità, specificità e valore predittivo sono ancora in fase di messa a punto. Molta cautela “Dobbiamo essere molto cauti nelle misure che prendiamo per evitare che ci sia una ripartenza della curva dei contagi. Bisogna muoversi in maniera graduale, individuando alcuni settori su cui è possibile fare riflessioni accompagnandoli però da misure di monitoraggio, per vedere se riusciamo a mantenere l’R con zero sotto la soglia che ci interessa. La circolazione del virus è meno intensa ma è presente. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di portare R0 sotto uno, dobbiamo muoverci passo dopo passo. Il movimento e l’attività fisica anche sono importanti per la salute, ma dobbiamo declinarli in modo che il rischio sia ridotto”.

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