Covid, sistema Pchs: probiotici in campo 24 ore contro il virus

26 maggio 2021

È un’arma efficace anche per prevenire il covid-19 il nuovo sistema di sanificazione PCHS, ideato da Copma che manda in soffitta i disinfettanti chimici e apre all’utilizzo dei probiotici microrganismi “buoni “in grado di eliminare virus e batteri. A validarlo uno studio italiano, al momento il più avanzato al mondo, che ne certifica l’efficacia nell’abbattere la concentrazione di virus al 99,9% . I risultati dello studio, che a breve saranno pubblicati su riviste scientifiche accreditate, sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa dai professori Walter Ricciardi (Ordinario di igiene e medicina preventiva all’Università Cattolica) ed Elisabetta Caselli (Dipartimento di scienze chimiche e farmaceutiche e CIAS – Università di Ferrara).

Spiega Ricciardi ad Askanews: “E’ una vera rivoluzione perché anziché utilizzare disinfettanti chimici, efficaci, ma che provocano un impatto sull’ambiente enorme e alla lunga possono anche provocare problemi alla salute umana, utilizza dei microrganismi innocui che sostanzialmente svolgono questo lavoro attaccando batteri e virus ed eliminandoli e peraltro dando un’azione più prolungata rispetto ai disinfettanti chimici quindi lasciando il substrato su cui lavorano ancora più immune e protetto per un tempo più lungo: quindi solo i vantaggi dell’eliminazione di microorganismi patogeni e nessuno svantaggio”.

Nell’ottica di prevenzione da virus la differenza è abissale. In sostanza, pulendo coi normali solventi dopo un’ora le superfici possono essere intaccate nuovamente dal virus, che non trova ostacoli a depositarsi. Col sistema PCHS le superfici rimangono protette per 24 ore, elemento determinante sia negli ospedali dove i processi di pulizia-sanificazione avvengono più volte nell’arco di una giornata, che in tutti quegli ambienti che hanno bisogno di sanificazione. Il nuovo sistema, inoltre, risponde pienamente all’allarme lanciato dall’OMS proprio in seguito al dilagare di disinfettati chimici che possono generare “effetti collaterali” devastanti a cominciare da virus e batteri sempre più resistenti causa solo in Italia di diecimila morti l’anno.

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“È un sistema che può essere utilizzato dappertutto: le prove sperimentali fatte all’Università di Ferrara dalla professoressa Caselli hanno dimostrato che è estremamente efficace, debellando popolazioni microbiche in questo caso anche specificatamente virali per moltissimo tempo. Ed essendo un sistema innocuo può essere utilizzato in tutti gli ambienti: di vita, come possono essere le case, le scuole, i mezzi trasporto, e di lavoro come possono essere le aziende, in particolare quelle sanitarie”. Ma c’è di più: PCHS può essere un’arma di grande efficacia anche contro le infezioni ospedaliere, le cosiddette ICA, correlate cioè all’assistenza, ulteriormente aggravate negli ultimi anni dalla crescente circolazione di microrganismi antibiotico-resistenti.

“La situazione delle infezioni ospedaliere è catastrofica, in particolar modo nel nostro Paese. Ed è una strage silenziosa nonostante siano anni che cerchiamo di enfatizzare. La pandemia ha evidenziato l’importanza delle infezioni nella salute umana però di fatto già prima della pandemia c’erano purtroppo migliaia di morti che si verificavano ogni anno negli ospedali in conseguenza del fatto che antibiotici non erano in grado di debellarle e quindi pazienti che magari andavano in ospedale per sottoporsi a interventi o essere curati invece di uscire sani uscivano morti. Questo è un danno enorme innanzitutto per la salute ma anche dal punto di vista economico. Ma con questi sistemi di disinfezione e sterilizzazione di igiene ospedaliera noi possiamo garantire che oltre che combattere le infezioni proteggiamo anche la salute delle persone”.

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