Cresce consenso Martina, minoranza con lui “per non sparire”

Cresce consenso Martina, minoranza con lui “per non sparire”
Maurizio Martina
15 marzo 2018

Prima l’incontro con i 5 stelle, poi la visita a Ostia per inaugurare il tour sui territori, quello che nelle speranze di Maurizio Martina dovrebbe riportare il partito vicino alla gente. In attesa dell’assemblea di aprile, chiamata a scegliere il segretario che dovra’ guidare il partito al congresso del 2019, Martina cerca di dare il suo personale contributo a quel lavoro di ricucitura avviato tra i dem dopo la sconfitta elettorale. Sul tavolo del segretario reggente sono tre i dossier principali. Il primo e’ quello sulle presidenze delle Camere, oggetto dei contatti con i 5 Stelle; la partita sulla formazione del governo, che il Pd e’ determinato a tenere separata da quella delle Camere; la preparazione dell’assemblea e i futuri assetti del partito. Su quest’ultimo punto rimangono in cima dei desiderata dei renziani i nomi di Lorenzo Guerini e Andrea Marcucci come prossimi presidenti dei gruppi di Camera e Senato. Ma su questo la minoranza orlandiana e’ decisa a non mollare: in una riunione che si e’ tenuta oggi alla Camera, gli esponenti dem piu’ vicini al ministro della Giustizia hanno convenuto sulla necessita’ di chiedere per se’ una nomina tra presidenza del partito, capogruppo (meglio se a Montecitorio), o vice presidenza della Camera. La seconda opzione consentirebbe ai renziani di incassare al Senato sul nome del fedelissimo dell’ex segretario, Andrea Marcucci. Per quello che riguarda la vice presidenza della Camera, invece, occorre attendere le mosse dei grillini. Al momento, come ha fatto sapere Ettore Rosato, il Pd non ha avanzato alcuna richiesta.

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“Gli uffici di presidenza delle Camere richiedono una prassi, nella scorsa legislatura noi abbiamo votato Di Maio, ma sta a loro scegliere se confermare la prassi”, spiega Rosato in un colloquio con i cronisti presenti alla Camera. Intanto, Martina inaugura il tour sui territori partendo da Ostia, litorale romano che combatte da anni contro le infiltrazioni di criminalita’ organizzata. “Questa di Ostia e’ una prima tappa di un percorso che faremo in tutti i territori per dire di come il Partito Democratico vuole stare nelle comunita’ locali, nelle realta’, nella vita quotidiana di tante persone, a partire dalle realta’ piu’ complicate, ma anche dove ci sono esperienze di futuro come quella che abbiamo visitato oggi”, dice il segretario reggente che ieri ha incontrato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini (che poi ha visto Paolo Gentiloni e, oggi, Dario Franceschini). Una linea inaugurata con la benedizione della minoranza dem. Per Orlando, il segretario “sta facendo uno sforzo che bisogna incoraggiare e sostenere, sperando che apra una fase nuova”, dice aggiungendo una riflessione che parte dal paragone con l’era Renzi e arriva a quello con Luigi Di Maio: “veniamo da anni di grande carisma, ma non sempre di grandi successi. E poi queste elezioni non e’ che abbiano premiato persone che hanno questo carisma straordinario. Di Maio, onestamente, e’ una persona che ha fatto una campagna elettorale intelligente ma non e’ un trascinatore di folle”.

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L’altra sponda della minoranza, Michele Emiliano, si spinge a sottolineare che su Martina punta le ultime fiches per la sopravvivenza del partito: “Martina umanamente e’ piu’ gestibile di Renzi. Con Martina c’e’ un rapporto di fiducia da tempo”. Oggi, aggiunge Emiliano, “c’e’ il rischio di diventare irrilevanti, quando sbagli continuamente il tuo indirizzo, e’ un rischio concreto. Ma il partito ha retto dal punto di vista strutturale, organizzativo. L’estinzione del Pd sarebbe un danno incalcolabile per la democrazia italiana”. Di qui l’attacco a Renzi e a quanti lo hanno sostenuto in questi anni, dentro e fuori il Pd: “Questi errori del Pd erano sostenuti unanimemente a reti unificate, erano tutti con Renzi perche’ venivano favoriti da lui. Dire le cose com’erano e’ stato molto difficile in questi anni”. Parole che provocano la reazione del deputato Michele Anzaldi che sottolinea: “Michele Emiliano nella regione che governa ha trascinato il Pd al 13% e ha portato i cinquestelle quasi alla maggioranza assoluta in Puglia. Risultati ben peggiori della media nazionale. Con che coraggio pensa ancora di impartire lezioni?”. Ma e’ il ministro Carlo Calenda a confermarsi la controparte per eccellenza di Emiliano. Quando il presidente della Regione Puglia auspica il sostegno del Pd a un eventuale governo con il M5s sulla base di un programma che contempli anche la “tutela del mare e del creato”, il neo iscritto Pd ironizza: “Michele Emiliano? Sono diventato un suo fan! Un signore che dice che il suo programma e’ proteggere ‘il mare e il creato’ e’ come miss Universo che dice ‘voglio la pace nel mondo’. Come si fa a non volergli bene!!”.

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