Dalla clausura dei cardinali alla fumata bianca, i segreti del Conclave
“Severi controlli” in Cappella Sistina, le regole in caso di stallo
Inizierà il prossimo 7 maggio il Conclave per l’elezione del nuovo Papa successore di Francesco. Le modalità di svolgimento sono stabilite nella Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” di Giovanni Paolo II del 1996, poi aggiornata nel 2013 da Benedetto XVI pochi giorni prima della rinuncia. Queste le tappe e le regole principali dell’elezione.
La messa, la processione e i controlli alla Cappella Sistina
Per l`inizio del Conclave tutti i cardinali elettori prenderanno parte alla Messa votiva “pro eligendo Papa”, possibilmente il mattino. Nel pomeriggio dello stesso giorno, dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico i cardinali si recheranno in solenne processione, invocando col canto del “Veni Creator” l`assistenza dello Spirito Santo, alla Cappella Sistina, dove si svolgerà l`elezione, un luogo che resterà “assolutamente riservato fino alla avvenuta elezione”.
In particolare – recita la Costituzione Apostolica – si dovranno fare “accurati e severi controlli, anche con l’ausilio di persone di sicura fede e provata capacità tecnica”, perché nella Cappella Sistina “non siano subdolamente installati mezzi audiovisivi di riproduzione e trasmissione all’esterno”.
Il giuramento e l’extra omnes
Giunti nella Cappella Sistina, i Cardinali elettori emetteranno il giuramento. Quindi il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie intimerà l’extra omnes e gli estranei al Conclave dovranno lasciare la Cappella Sistina.
Il Cardinale Decano o il Cardinale primo degli altri per Ordine ed anzianità, pronunzierà la formula di giuramento; quindi i singoli Cardinali elettori, secondo l’ordine di precedenza, presteranno giuramento. Se a giudizio della maggioranza degli elettori nulla impedisce che si proceda alle operazioni dell’elezione, si passerà immediatamente ad esse.
L’osservanza del segreto
Come prescritto, il Cardinale Camerlengo ed i tre Cardinali Assistenti pro tempore sono obbligati a vigilare con diligenza, perché non sia in alcun modo violata la riservatezza di quanto avviene nella Cappella Sistina. In modo particolare, “anche ricorrendo alla perizia di due tecnici di fiducia, cercheranno di tutelare tale segretezza, accertando che nessun mezzo di ripresa o di trasmissione audiovisiva sia immesso da chiunque nei locali indicati, particolarmente nella predetta Cappella, dove si svolgono gli atti dell’elezione”. Se una qualsiasi infrazione a questa norma venisse compiuta, la pena prevista è la scomunica “latae sententiae”.
Per tutto il tempo in cui dureranno le operazioni dell’elezione, i Cardinali elettori sono tenuti ad “astenersi da corrispondenza epistolare e da colloqui anche telefonici o per radio con persone non debitamente ammesse negli edifici a loro riservati” ed anche “dal ricevere o inviare messaggi di qualsiasi genere al di fuori della Città del Vaticano”. In particolare proibito “rivelare a qualunque altra persona notizie, che direttamente o indirettamente riguardino le votazioni, come pure ciò che è stato trattato o deciso circa l’elezione del Pontefice nelle riunioni dei Cardinali, sia prima che durante il tempo dell’elezione”.
Lo svolgimento dell’elezione
L’elezione del Papa si tiene per scrutinio e per essere valida si richiedono almeno i due terzi dei suffragi, computati sulla base degli elettori presenti e votanti. Nel pomeriggio del primo giorno si avrà un solo scrutinio; nei giorni successivi, poi, se l’elezione non s’è avuta al primo scrutinio, si dovranno tenere due votazioni, sia al mattino sia al pomeriggio. I cardinali elettori riceveranno una scheda con su scritto “Eligo in Summum Pontificem” su cui potranno scrivere il nome dell’eletto, “evitando di scrivere più nomi, giacché in tal caso il voto sarebbe nullo”.
Nella seconda fase, lo scrutinio vero e proprio, ciascun Cardinale porta la scheda all’altare, sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede, e pronunciata ad alta voce la formula di giuramento depone la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Dopo che tutti i Cardinali avranno deposto la loro scheda nell’urna, si procede al loro conteggio e alla lettura dei nomi. Gli scrutatori fanno la somma di tutti i voti che ciascuno ha riportato, e se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti in quella votazione, il Papa non è stato eletto; se invece risulterà che uno ha ottenuto almeno i due terzi, si ha l`elezione del Pontefice canonicamente valida.
Le schede bruciate e le “fumate”
Subito dopo ogni voto, tutte le schede utilizzate vengono bruciate in un’apposita stufa montata nella Cappella Sistina, il cui comignolo è ben visibile da Piazza San Pietro. E’ una tradizione che risale all’Ottocento e che serve comunicare l’esito degli scrutini per l’elezione del nuovo Papa: la fumata nera indica la mancata elezione, quella bianca invece l’avvenuta elezione, con i colori che vengono generati aggiungendo all’interno vari elementi chimici.
L’attuale stufa risale al 1939, ma un sistema elettronico installato negli ultimi decenni ne garantisse il corretto funzionamento. In passato si usava effettuare anche una fumata gialla, una prova svolta prima dell’inizio del Conclave per verificare che la stufa sia correttamente funzionante. A partire dal Conclave del 2005 non ha più avuto luogo.
Le regole in caso di stallo
Nel caso che i cardinali elettori avessero difficoltà nell’accordarsi sulla persona da eleggere, compiuti per tre giorni senza esito gli scrutini, questi vengono sospesi al massimo per un giorno “al fine di avere una pausa di preghiera, di libero colloquio tra i votanti e di una breve esortazione spirituale”. Quindi riprendono le votazioni secondo la stessa forma e dopo sette scrutini, se non è avvenuta l’elezione, si fa un’altra pausa di preghiera, di colloquio e di esortazione.
Si procede poi ad un’altra eventuale serie di sette scrutini, seguita, se ancora non si è raggiunto l’esito, da una nuova pausa di preghiera, di colloquio e di esortazione. Quindi riprendono le votazioni secondo la medesima forma, le quali, se non è avvenuta l’elezione, saranno sette. Se poi anche queste votazioni non avranno esito, nelle successive votazioni si potranno eleggere solo i due nomi che nel precedente scrutinio avevano ottenuto il maggior numero di voti, sempre con la maggioranza qualificata di almeno due terzi di suffragi dei Cardinali presenti e votanti.
L’accettazione e la proclamazione
Avvenuta l`elezione, il Cardinale Decano, o il primo dei Cardinali per ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell`eletto con le parole “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” e appena ricevuto il consenso, gli chiede “Come vuoi essere chiamato?”. Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie redige un documento circa l`accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto.
Quindi i Cardinali elettori si accostano per prestare atto di ossequio e di obbedienza al neo eletto Pontefice e successivamente il primo dei Cardinali Diaconi annuncia al popolo in attesa l’avvenuta elezione e il nome del nuovo Pontefice, il quale, subito dopo, imparte l’Apostolica Benedizione “Urbi et Orbi” dalla Loggia della Basilica Vaticana. Il Conclave avrà fine subito dopo che il nuovo Pontefice eletto abbia dato l’assenso alla sua elezione.