Decreto caro-voli, compagnie aeree contro il governo. E scrivono all’Ue

Decreto caro-voli, compagnie aeree contro il governo. E scrivono all’Ue
16 agosto 2023

Le compagnie aeree europee sono sul piede di guerra. A esse non va già il tetto sui prezzi dei biglietti come disciplina il decreto del governo Asset e Investimenti, cosiddetto caro-voli. In particolare i vettori riuniti in Airlines for Europe hanno chiesto alla Commissione europea di intervenire contro il piano del governo italiano per la limitazione delle tariffe aeree su alcune rotte. L’invito rivolto a Bruxelles è di “chiarire con l’Italia che questo intervento ha un impatto sul mercato del trasporto aereo libero e deregolamentato in Europa”, si legge in una lettera anticipata ieri dal Financial Times.

 

La lettera alla Commissione

 

Le compagnie aeree, in sostanza, temono che il decreto del governo italiano sulle tariffe possa avere un “effetto domino”, e decidono di rivolgersi direttamente alla commissione Ue con una lettera dell’Associazione europea di categorie Airlines for Europe riportata dal ‘Financial times‘, come detto. I vettori, così invitano Bruxelles “a chiarire con l’Italia se questo intervento abbia impatto sul mercato del trasporto aereo libero e deregolamentato in Europa”. Per l’Associazione potrebbe essere “un precedente” e produrre “un effetto domino”; limitare le tariffe andrebbe contro i diritti delle società aeree rispetto al principio di competitività, di “fissare i prezzi” e di definire “i servizi come meglio credono”.

“Siamo fortemente preoccupati che se questa legge venisse adottata – osservano le compagnie aeree sul Financial times – potrebbe costituire un precedente e portare a un effetto domino con conseguente adozione di regolamenti simili in altri stati membri dell’Ue”. Già Ryanair ha avuto modo di descrivere i piani dell’Italia come “illegali” ai sensi del diritto dell’Ue. Il vettore low cost ha affermato che l’intervento avrebbe “conseguenze indesiderate” come l’aumento delle tariffe aeree a lungo termine, riducendo il numero di voli e passeggeri. E – scrive il Ft – la commissione ha dichiarato la scorsa settimana di chiedere chiarimenti a Roma, aggiungendo che il price capping è raramente un mezzo efficace per ottenere prezzi accessibili. La commissione Ue aveva affermato che “valuterà la compatibilità con il diritto dell’Ue di qualsiasi misura adottata”.I prezzi dei biglietti – viene spiegato – sono “aumentati drasticamente, fino al 30% in tutta Europa quest’anno, secondo le stime degli aeroporti; mentre le aziende incassano la crescente domanda di viaggi di piacere a seguito della pandemia di Covid-19”.

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L’associazione dei vettori

 

Airlines for Europe è una associazione europea di compagnie aeree di cui fanno parte Lufthansa, Air France-Klm, Ryanair e EasyJet tra gli altri. “Siamo fortemente preoccupati che se questa legge venisse adottata, potrebbe costituire un precedente e portare a un effetto domino con conseguente adozione di regolamenti simili in altri Stati membri dell’UE”, ha scritto l’amministratore delegato di A4E, Ourania Georgoutsakou, nella lettera. Limitare le tariffe su queste rotte “violerebbe” i diritti delle compagnie aeree “di competere ove possibile, fissare i prezzi e definire i servizi come meglio credono”, ha sottolineato Georgoutsakou. 

 

Cosa prevede il decreto

 

La norma in questione prevede questo: se, in un periodo di picco della domanda, i biglietti tra Sicilia/Sardegna e resto dell’Italia vengono a costare più del 200% in più rispetto alla tariffa media, allora parte un ‘blocco’. La compagnia che vende i biglietti non può più superare questo prezzo e deve limitare gli algoritmi che solitamente determinano i prezzi. Di fatto, quindi, si pone un tetto (molto alto) alla tariffa di questi voli.

 

La risposta del Mimit

 

Immediata la replica del governo Meloni che attraverso fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy fa sapere che lo stesso dicastero guidato da Adolfo Urso dispone di tutti gli elementi utili a rispondere in modo compiuto a eventuali richieste della Commissione europea come è usuale accada attraverso i propri uffici. Le misure introdotte dal Mimit sono infatti pienamente in linea con le direttive europee in materia di tutela dei consumatori dinanzi a fenomeni speculativi, o comunque distorsivi del mercato, come quelli denunciati negli scorsi mesi dalle Autorità di controllo per alcune tratte aeree. Il ministero delle Imprese, spiegano ancora fonti Mimit, si è mosso a fronte di quanto rilevato dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) che ha evidenziato fenomeni speculativi nelle tratte da e verso la Sicilia e dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) che ha appurato come il costo dei biglietti sia cresciuto in modo del tutto anomalo proprio in coincidenza con eventi catastrofali, come il deragliamento del treno merci nei pressi della stazione di Firenze Castello o dell’alluvione in Emilia-Romagna, quando non erano praticabili altri mezzi di trasporto.

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Il Mimit intende tutelare i cittadini-utenti dai fenomeni speculativi emersi peraltro proprio nei momenti di maggiore bisogno, in sintonia con lo spirito e le norme europe. Infine, in riferimento all’algoritmo che profila gli utenti appare quanto mai evidente si tratti di una pratica commerciale distorsiva e che lede anche il fondamentale diritto alla privacy, e ciò è assolutamente inaccettabile, proseguono. Peraltro, la compagnia aerea che ha maggiormente evidenziato tali questioni risulta essere stata sanzionata undici volte negli ultimi anni dalla Agcm proprio per fenomeni distorsivi del mercato.

 

La Commissione Ue

 

La scorsa settimana, la Commissione ha fatto sapere di aver già chiesto chiarimenti a Roma evidenziando come le misure previste dal decreto contro il caro-voli siano potenzialmente inefficaci per l’obiettivo di raggiungere prezzi accessibili. “La concorrenza sostenibile con una libera fissazione dei prezzi è di solito il miglior garante di prezzi accessibili nel mercato dei trasporti Ue di grande successo e liberalizzato”, ha dichiarato il commissario Adalbert Jahnz. All’indomani dell’approvazione del decreto Asset, Ryanair era andata su tutte le furie definendo la parte sul caro voli “ridicola e illegale” e auspicando che fosse “cancellata perché in netto contrasto con il regolamento 1008 dell’Unione europea che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi”.

 

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