Delitto Caccia, Cassazione conferma l’ergastolo a Schirripa

Delitto Caccia, Cassazione conferma l’ergastolo a Schirripa
Rocco Schirripa
19 febbraio 2020

La Cassazione conferma l’ergastolo a Rocco Schirripa per l’omicidio del procuratore della Repubblica di Torino, Bruno Caccia. La Prima Sezione penale ha rigettato il ricorso di Schirripa avverso la sentenza con cui, il 14 febbraio 2019, la Corte di Assise d’appello di Milano lo ha condannato all’ergastolo per l’omicidio di Caccia, ucciso sotto la propria abitazione la notte del 26 giugno 1983.

Bruno Caccia

Per l’omicidio del magistrato era stato condannato all’ergastolo come mandante Domenico Belfiore, esponente di spicco della ‘ndrangheta operante nel territorio torinese già dalla fine degli anni ’70. La Corte di Assise d’appello di Milano ha quindi affermato la responsabilità di Schirripa come componente del commando omicida e appartenente alla stessa organizzazione mafiosa che aveva interesse a uccidere il magistrato perchè ritenuto troppo zelante nello svolgimento delle indagini antimafia. La responsabilità di Schirripa è stata affermata prevalentemente sulla base delle intercettazioni fatte dalla Procura di Milano per mezzo del captatore informatico (trojan horse) installato sugli smartphone di coloro che, dopo la scarcerazione, erano in contatto con Belfiore, superando quindi le doglianze difensive sull’inutilizzabilità delle prove acquisite a seguito delle nuove indagini avviate per individuare gli autori materiali dell’omicidio. La Corte di Cassazione ha ritenuto corretta la decisione della Corte di assise di appello di Milano.

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