Doppio omicidio a Villa Pamphili: arrestato in Grecia l’americano Rexal Ford
Dopo sei giorni di intense ricerche, si è concluso con un arresto in Grecia il drammatico caso del doppio omicidio di Villa Pamphili. Rexal Ford, cittadino americano di 46 anni, è stato fermato venerdì mattina sull’isola greca di Skiathos, dove si era rifugiato nel tentativo di confondersi tra i turisti.
La cattura a Skiathos dopo una complessa indagine
L’uomo è accusato dell’omicidio di una bambina di 6-8 mesi e sospettato di aver avuto un ruolo anche nella morte della madre, entrambe trovate morte sabato 7 giugno nel celebre parco romano. Ford ha dichiarato agli investigatori che la piccola vittima “era sua figlia”, anche se, come ha precisato il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, “non ci sono al momento elementi scientifici per avere la certezza della relazione parentale”.
L’errore fatale: il telefono cellulare
La cattura di Ford è stata resa possibile da un errore cruciale: l’uomo aveva portato con sé il telefono cellulare durante la fuga. Il controllo sulle celle telefoniche ha fornito alla polizia la conferma definitiva della sua posizione sull’isola greca, dove era arrivato pochi giorni dopo l’omicidio con un volo partito da Fiumicino l’11 giugno.
Un’indagine complessa: dai testimoni alle telecamere
L’operazione della squadra mobile, coordinata dal pm Antonio Verdi e dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, è stata definita “estremamente complessa”. La prima svolta è arrivata dalle testimonianze di chi aveva visto Ford con una bambina in braccio la notte prima del ritrovamento dei corpi.
Decisive si sono rivelate anche le riprese delle telecamere delle mense dei poveri, dove l’uomo aveva lasciato le sue generalità, e i racconti degli addetti del parco e dei commercianti del mercato di via San Silverio. Questi ultimi avevano notato il trio perché Ford mostrava “modi aggressivi verso la donna”, che a sua volta “sembrava irrigidirsi quando lui si avvicinava alla piccola”.
La segnalazione di “Chi l’ha visto?”
Un contributo fondamentale alle indagini è arrivato dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Un telespettatore ha segnalato di aver assistito, la sera del 20 maggio intorno alle 22 in zona Campo de’ Fiori, a una violenta lite tra un uomo che parlava italiano e una donna con una bambina di pochi mesi.
Le vittime: identità ancora da chiarire
Le vittime sono una donna di circa 30 anni e la sua bambina di circa 8 mesi, entrambe di nazionalità americana. La donna è stata trovata nuda, chiusa in un sacco sotto una siepe, mentre la bambina è stata rinvenuta a poche centinaia di metri di distanza. Tutti e tre provenivano da zone diverse degli Stati Uniti: Ford ha tratti latini, mentre madre e figlia erano molto chiare di carnagione.
Le prime tracce della loro presenza in Italia risalirebbero ad aprile 2025, anche se non si hanno informazioni precise sul loro ingresso nel paese. I tre avevano utilizzato i servizi della Caritas e erano stati avvistati spesso nella zona di Villa Pamphili e in altre aree della Capitale, utilizzando i tavoli del mercato San Silverio per mangiare e i bagni pubblici per lavarsi.
Un comportamento “poco comprensibile”
Gli inquirenti definiscono il comportamento di Ford “poco comprensibile”: visto in più occasioni con madre e figlia, come testimoniano anche le immagini di videosorveglianza, si è allontanato dal territorio nazionale abbandonandole senza chiamare i soccorsi.
Testimonianze raccolte descrivono Ford come una persona violenta: “Un mese fa ha aggredito un bambino che stava giocando e lo aveva disturbato”, ha riferito qualcuno tra coloro che vivono in strada.
I prossimi passi
Per Ford è già stato emesso un mandato di arresto europeo dal gip. L’uomo è stato arrestato provvisoriamente in Grecia e seguirà l’arresto ai fini estradizionali. Con la procedura accelerata, il trasferimento in Italia dovrebbe avvenire entro 20-25 giorni.
Il procuratore Lo Voi ha parlato di “robusti indizi” contro l’uomo e di “ragionevole sospetto che si sia trattato di un duplice omicidio”. Le indagini proseguono ora per fare piena luce su ogni aspetto della vicenda, a partire dall’identità precisa della donna e dalle cause della sua morte, oltre al movente dell’omicidio della bambina, morta presumibilmente il giorno prima del ritrovamento.
Il caso di Villa Pamphili si avvia così verso una conclusione giudiziaria, dopo aver scosso profondamente l’opinione pubblica romana e nazionale per la brutalità dei fatti e la vulnerabilità delle vittime.