Clima, Draghi a giovani: avete ragione, pronti a scelte audaci

30 settembre 2021

Mario Draghi sposa le proposte “ragionevoli” dei giovani attivisti per il clima, promette l’impegno dell’Italia in sede internazionale per arrivare a “scelte audaci” nella lotta al climate change, garantisce la determinazione dei leader mondiali ad agire, assicura un metodo inclusivo per le decisioni future. La giornata milanese del presidente del Consiglio inizia in prefettura, dove incontra Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli: il colloquio con le giovani attiviste va “benissimo”, dice al termine. Poi interviene alla sessione conclusiva della Youth4Climate, e ammette che le proteste dei giovani sono fondate, perché “non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi”.

Il “bla bla bla” di cui i giovani accusano i governi, che a volte “è incapacità di implementare azioni” ma che a volte è anche il tempo necessario “per convincere le persone” della “necessità” di agire, nonostante i costi: “O affrontiamo adesso i costi di questa transizione. O agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico”. Di sicuro, la mobilitazione dei giovani “è stata di grande impatto, e potete starne certi: vi stiamo ascoltando”, ha assicurato Draghi, che si è detto anche “convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership”. Ma intanto i leader mondiali sono ormai “convinti che bisogna agire”. Resta da convincerli a farlo “più velocemente”, “adesso”. E su questo Draghi ha assicurato l’impegno dell’Italia come Presidenza del G20 e Co-Presidenza della COP26: “Stiamo spingendo i Paesi a rispettare i propri impegni climatici e, in certi casi, che siano pronti a prenderne di più audaci. Se vogliamo avere successo, tutti i Paesi devono fare la loro parte, a partire da quelli del G20”, assumendo in quella sede “l’obiettivo di contenere la temperatura al di sotto di 1,5 gradi”.

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 Ai giovani delegati, la gran parte dei quali da Paesi in via di sviluppo, Draghi ha poi assicurato un metodo “inclusivo”, sia a livello generazionale che economico. Il punto di partenza è che l’ingiustizia generata dai cambiamenti climatici “è cristallina” e ora bisogna “affrontare la transizione in modo equo, con maggiore inclusività dei poveri, dei fragili, dei Paesi poveri e includere voi, i giovani”. Per Draghi “è ovvio che noi adulti abbiamo creato questi problemi, non siete voi. E miliardi di giovani vivono in Paesi poveri dove le emissioni sono le più basse. L’ingiustizia di tutto questo è chiara come il cristallo”. La promessa è quella di un coinvolgimento di tutti gli attori nei processi decisionali e di evitare di “paracadutare decisioni sulle vostre spalle o sulle spalle dei Paesi poveri”. E ai Paesi in via di sviluppo vanno dati quei 100 miliardi di dollari di aiuti promessi: “Contributi a fondo perduto, non prestiti”. Perché sostenerli “è un imperativo morale e un bisogno urgente”.

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