L’Ue sotto pressione per salvare accordo sul nucleare iraniano

L’Ue sotto pressione per salvare accordo sul nucleare iraniano
Il presidente della Russia, Vladimir Putin e la cancelliera tedesca, Angela Merkel
10 maggio 2018

I leader europei si sono impegnati a “fare di tutto” per salvare l’accordo internazionale mirato a contenere le ambizioni nucleari dell’Iran, che a sua volta minaccia di ritirarsi dall’intesa se non ne trarrà i benefici sperati dopo lo sconquasso provocato dal ritiro degli Stati Uniti. “Rispetteremo l’accordo e faremo di tutto per garantire che l’Iran rispetti i suoi obblighi”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel all’indomani del ritiro degli Stati Uniti. Dopo il presidente Hassan Rohani, ieri è stata la volta dell’ayatollah Ali Khamenei, custode delle scelte strategiche iraniane, di chiedere solide garanzie dagli europei. “Ora, si dice che si vuole proseguire l’accordo nucleare con i tre paesi europei, ma non mi fido di questi tre paesi (…) Se volete concludere un accordo, ottenete garanzie reali, altrimenti domani faranno la stessa cosa che hanno fatto gli Stati Uniti”, ha detto Khamenei alla televisione di stato iraniana. “Se non si riesce ad ottenere una garanzia definitiva – e dubito davvero che si possa fare – non possiamo continuare così”, ha aggiunto il leader supremo, agitando lo spettro di una rinuncia all’accordo. Rohani aveva già minacciato di riprendere l’arricchimento dell’uranio “senza limiti” se i negoziati con gli europei non dovessero fornire i risultati attesi nelle “prossime settimane”.

Il colloquio tra  Emmanuel Macron e Hassan Rohani

Il testo dell’intesa raggiunta nel 2015 mira a facilitare il commercio con l’Iran e rilanciare la sua economia in cambio dell’impegno di Teheran a limitare le sue attività nucleari e quindi a rinunciare all’arma atomica. Donald Trump ha annunciato martedì il ritiro definitivo degli Stati Uniti dall’accordo e la ripresa di tutte le sanzioni contro le aziende che lavorano con l’Iran, a rischio di scoraggiare qualsiasi investimento nel paese. I paesi europei co-firmatari, Francia, Germania e Regno Unito, dopo l’annuncio del presidente Trump sono in prima linea nei tentativi di salvare il testo. Il presidente francese Emmanuel Macron – che ha tentato senza successo di far cambiare idea al presidente degli Stati Uniti – ha parlato con Hassan Rohani. Nel corso di un colloquio telefonico, hanno convenuto di “proseguire il loro lavoro comune in direzione di tutti gli stati interessati, in vista della messa in opera continuata dell’accordo nucleare”. Secondo il comunicato diffuso dall’Eliseo, inoltre i ministri degli Esteri dei due paesi “s’incontreranno per affrontare senza ritardo delle discussioni in questa prospettiva”. Un incontro è in programma lunedì anche tra i ministri degli Esteri francese, tedesco e britannico con i rappresentanti di Teheran per stabilire come procedere. “L’accordo non è morto”, ha insistito il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, invitando l’Iran a “mostrare moderazione” e avvertendo del rischio di “esplosione” e “scontri” se Teheran si ritira dall’intesa del 2015 e trascina gli altri paesi della regione in una corsa agli armamenti atomici.

Mosca per il momento ha espresso la sua “estrema preoccupazione”

Anche la Cina, un altro firmatario con la Russia, ha chiesto di salvaguardare l’accordo, dicendo che “aiuta a preservare la pace in Medio Oriente”. Mosca per il momento ha espresso la sua “estrema preoccupazione”. Londra ha esortato Washington “a evitare qualsiasi azione che impedisca alle altre parti di continuare a far funzionare l’intesa”. Riguarda “la nostra sicurezza collettiva”, ha detto il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, in riferimento alle sanzioni statunitensi. Tutte le aziende, anche straniere, presenti in Iran, hanno da tre a sei mesi per “uscire” prima di essere colpite da misure punitive che impediranno l’accesso ai mercati statunitensi. E quelle che erano in trattativa per nuovi contratti devono rinunciare “immediatamente”. Gli europei dovranno impegnarsi in una corsa contro il tempo per trovare il modo per preservare le loro attività e soddisfare le aspettative degli iraniani. “Faremo tutto il possibile insieme alle nostre imprese per difendere e proteggere i loro interessi e mantenere gli effetti incentivanti dell’accordo. Tratteremo con gli Stati Uniti a livello di Unione Europea, per ragioni politiche, pratiche e legali”, ha assicurato l’Eliseo.

L’Aiea ha ribadito che l’Iran ha rispettato i suoi “impegni nucleari”

Ma come hanno ammesso gli stessi leader europei, la sfida è enorme e il margine di manovra degli europei è molto basso. “Trump ha di fatto raggiunto il suo obiettivo: l’accordo è probabilmente impossibile da salvare (…) Chi investe in Iran sarà colpito dalle sanzioni Usa, un effetto che non è possibile controbilanciare”, ha detto il presidente della commissione Esteri al Parlamento tedesco, Norbert Roettgen. Nonostante il ritiro degli Stati Uniti, Emmanuel Macron ha rilanciato la sua iniziativa di lavorare “insieme” a un accordo “più ampio” sugli impegni nucleari dell’Iran oltre il 2025, il programma balistico di Teheran e la sua influenza regionale. “Questa iniziativa politica è ancora sul tavolo e il presidente Trump non l’ha esclusa” ha detto Le Drian la Lega araba ha chiesto una revisione dell’intesa, esprimendo “l’esasperazione” dei paesi arabi di fronte alla “politica destabilizzante” dell’Iran nella regione. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha ribadito che l’Iran ha rispettato i suoi “impegni nucleari”, in conformità con l’accordo firmato con le maggiori potenze.

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