Ex parlamentari difendono i vitalizi: da M5s vendetta no giustizia

Ex parlamentari difendono i vitalizi: da M5s vendetta no giustizia
Il presidente dell'associazione degli ex parlamentari, Antonello Falomi
18 maggio 2018

Gli ex parlamentari si sono dati appuntamento a Roma per opporsi alla battaglia “di propaganda” dei vitalizi. Si e’ tenuta questa mattina una assemblea a due passi da Montecitorio: c’erano, tra gli altri, ex ministri come Mancino e Visco, ex parlamentari centristi come Sanza e Tassone, del Pd come Sposetti, di FI come Gargani, della Lega come Castelli. Ad aprire i lavori il presidente dell’associazione degli ex parlamentari, Antonello Falomi. “Si mettano l’animo in pace – ha osservato -. Grazie al supporto di illustri giuristi, di presidenti emeriti della Corte, di avvocati importanti, abbiamo individuato le strade e gli strumenti per arrivare piu’ velocemente possibile all’Alta Corte”. Ed ancora: “Se si fosse sinceramente convinti che il calcolo retroattivo con metodo contributivo dei vecchi vitalizi sia una misura costituzionalmente corretta, non si capisce perche’ si ha cosi’ tanta paura del giudice della Corte costituzionale da tentare ogni strada per aggirarlo”. Il presidente dell’associazione degli ex parlamentari ha parlato di “gigantesca presa in giro degli italiani”. Ed e’ sceso poi nei dettagli dei lavori in corso alla Camera sui vitalizi, notando comunque come il documento redatto dagli uffici competenti del Senato “metta in evidenza i profili di incostituzionalita’ delle ipotesi prospettate dalla Camera”.

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“Sappiamo – ha rimarcato – che si sta lavorando su due ipotesi di ricalcolo retroattivo. La prima produrrebbe un taglio medio del 20%, corrispondente a 17,6 milioni di euro all’anno. La seconda ipotesi aumenterebbe il taglio medio a poco piu’ del 21%, pari all’incirca 18,5 milioni”. Secondo queste ipotesi “166 ex-deputati vedrebbero tagliato il loro vitalizio di una percentuale compresa tra il 50% e l’80%. Ve ne sono addirittura 13 che subirebbero un taglio dell’83% e si tratta di persone molto ma molto avanti negli anni. Per 790 ex-deputati il taglio si collocherebbe tra il 20 e il 50%. Nella seconda ipotesi le cose andrebbero ancora peggio: salirebbe a 491 il numero degli ex deputati che subirebbero un taglio dei vitalizi compreso tra il 50 e l’80%, mentre sarebbero 710 quelli che avrebbero un taglio tra il 20 e il 50%. Stiamo parlando di persone con una eta’ media di 76 anni, con un vitalizio medio di 3.244 euro al mese, molto al di sotto della soglia di 5.000 netti assunta, nel patto M5s-Lega, a parametro di pensioni d’oro”. Per l’associazione degli ex parlamentari “queste non e’ giustizia ma vendetta”. “Circolano poi – ha aggiunto Falomi – voci di una collaborazione in corso tra il presidente della Camera e il presidente dell’Inps che porterebbe a ipotesi sconvolgenti di raddoppio dei tagli finora ipotizzati”.

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Per gli ex parlamentari sui vitalizi “emerge con chiarezza la volonta’ di colpire con durezza chi ha fatto parte del Parlamento”, si colpirebbero “persone anziane nel momento di maggiore fragilita’ della loro vita”. “Non si puo’ intaccare il costo della democrazia”, si aggiunge nella relazione dell’associazione che si dice pronta a sedersi attorno ad un tavolo per proposte “costituzionalmente sostenibili”. “In gioco c’e’ molto di piu’ della sorte dei nostri vitalizi”, il rischio e’ che “anche grazie ad una campagna mediatica senza precedenti” il Parlamento “venga sottomesso”. Nella relazione di Falomi vengono spiegati i motivi della volonta’ di opporsi a tutti i costi alle intenzioni del presidente della Camera, Fico. “Prima di tutto – si osserva – poniamo il tema del rispetto della legalita’ costituzionale. L’unica forma di intervento retroattivo sui trattamenti previdenziali in essere, ammessa dalla Corte costituzionale con varie sentenze, e’ quello del contributo di solidarieta’”. Falomi sostiene innanzitutto che sia impossibile equiparare vitalizi e pensioni. “Una equiparazione molto in voga nei talk show tv ma che e’ in netto contrasto con i principi della Costituzione”.

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I parlamentari non devono godere di privilegi speciali “ma di garanzie speciali”. Nelle riflessioni dell’assemblea si e’ sollevata “l’impraticabilita’ dell’uso retroattivo del metodo contributivo. L’idea di applicare al passato regole che servono a prevedere eventi futuri e irrazionale e illogica”. Non si possono “fare i conti senza l’oste”, ha sottolineato Falomi rimarcando le conseguenze finanziarie dell’idea di allineare i parlamentari al trattamento previdenziale dei dipendenti di Stato”. “Fin dall’inizio di questa legislatura – ha spiegato ancora Falomi – di fronte agli annunciati propositi di riaprire e concludere velocemente, negli uffici di presidenza il capitolo dei vitalizi abbiamo inviato la richiesta di incontri ai nuovi presidenti di Camera e Senato. A tutt’oggi solo i collegi dei questori di Camera e Senato hanno accolto il nostro invito”. “Il problema non e’ una questione salariale, ma di rappresentanza. E’ in atto una campagna mediatica assurda”, afferma il centrista Tassone. “Da anni – ha sottolineato Sposetti – porto avanti una battaglia per la difesa del Parlamento”.

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