F1, Lewis Hamilton e la Mercedes in crisi: “Forse è solo colpa mia”

Il passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari, uno dei trasferimenti più attesi nella storia recente della Formula 1, si sta rivelando più complicato del previsto. Dopo il deludente fine settimana di Barcellona, dove il sette volte campione del mondo ha chiuso in quinta posizione nelle qualifiche e ha vissuto una gara da dimenticare, i segnali d’allarme in casa Ferrari iniziano a moltiplicarsi.

Un weekend da incubo a Barcellona

Lewis Hamilton

“È stata una giornata difficile, terribile, non so cosa dire. Probabilmente è solo colpa mia”. Le parole di Hamilton al termine del Gran Premio di Spagna suonano quasi come una resa, un’ammissione di sconfitta che fa male tanto al pilota quanto ai tifosi della Rossa. Il britannico ha dovuto nuovamente cedere il passo al compagno di squadra durante la gara, subire l’umiliante sorpasso della Sauber di Nico Hulkenberg e, soprattutto, confrontarsi ancora una volta con una monoposto che sembra non appartenergli.

Solo il quinto posto in qualifica aveva strappato un sorriso al campione inglese, ma la domenica ha riportato tutti i problemi sul tavolo. Hamilton appare nervoso, insoddisfatto e sempre più distante dalla forma che lo ha reso leggenda. “Non ho idea del perché di tutti questi alti e bassi”, ha dichiarato sconsolato. “C’è qualcosa che non va in questa macchina. È la peggiore che abbia mai guidato”.

Il confronto impari con Leclerc

Mentre Hamilton arranca, Charles Leclerc continua a brillare con la stessa SF-25. Il monegasco ha conquistato il terzo podio dell’anno a Barcellona, dimostrando ancora una volta di saper estrarre il massimo da una Ferrari spesso difficile da interpretare. In nove appuntamenti mondiali, Leclerc ha già ottenuto tre podi, di cui due consecutivi nelle ultime gare, mentre Hamilton non è ancora riuscito a salire sul gradino più alto del podium in una gara lunga.

Questa disparità di rendimento solleva interrogativi importanti: è la macchina inadatta al suo stile di guida, o è Hamilton che non riesce più ad adattarsi come un tempo? La differenza con Leclerc, che negli ultimi anni si è abituato a guidare spesso sopra i limiti della Rossa, diventa sempre più evidente e preoccupante per il Cavallino Rampante.

La missione di Vasseur

Ora tocca a Frederic Vasseur gestire una situazione che va ben oltre l’aspetto tecnico. Il team principal francese si trova di fronte a una duplice sfida: da un lato migliorare una SF-25 che Hamilton definisce “indigesta”, dall’altro riuscire a motivare e ritrovare la serenità di un pilota che è arrivato a Maranello per vincere e si è invece ritrovato in quello che lui stesso definisce un incubo.

La fase di innamoramento iniziale tra Hamilton e Ferrari è durata “come un battito di ciglia”, solo fino all’inizio della stagione. L’adattamento necessario si è scontrato con i limiti evidenti di una macchina non all’altezza delle promesse e delle aspettative. Per Vasseur non si tratta solo di salvare la faccia di un’intera stagione, ma anche di proteggere un investimento su un campione che doveva rappresentare la svolta per il ritorno al vertice della Ferrari.

Montreal: l’occasione del riscatto

Il Mondiale torna a Montreal dal 13 al 15 giugno, e per Hamilton rappresenta una nuova opportunità di invertire la tendenza. Il circuito canadese, con le sue caratteristiche uniche, potrebbe offrire alla SF-25 un terreno più favorevole, ma le premesse non sono incoraggianti. “Sono sicuro che la squadra non troverà risposte a questa situazione. Probabilmente è solo colpa mia”, ha ammesso Hamilton con amarezza. Parole che testimoniano non solo la frustrazione del momento, ma anche un senso di responsabilità che rischia di trasformarsi in un peso ancora maggiore sulle spalle del campione britannico.

Il tempo che stringe

La Ferrari e Hamilton hanno bisogno l’una dell’altro, ma il tempo inizia a stringere. In Formula 1 le stagioni passano velocemente, e ogni gara persa rappresenta un’occasione mancata. Il sette volte campione del mondo non può permettersi un’altra annata di transizione, mentre la Ferrari non può sprecare il talento di uno dei più grandi piloti della storia.

La vera sfida per Maranello sarà ora duplice: costruire una macchina che Hamilton possa finalmente sentire sua, e al tempo stesso lavorare sull’aspetto psicologico per restituire al campione quella fiducia che sembra aver smarrito. Solo così il sogno rosso potrà tornare a essere tale, trasformando quello che oggi appare come un incubo in una storia di riscatto degna delle leggende di Maranello. Il prossimo appuntamento di Montreal dirà molto sul futuro di questo matrimonio ancora alla ricerca della sua dimensione ideale.