Falso flirt Brozovic-Wanda Nara, Corona a processo

Falso flirt Brozovic-Wanda Nara, Corona a processo
Fabrizio Corona
18 dicembre 2019

Sara’ processato il prossimo 11 marzo a Milano l’ex fotografo dei vip Fabrizio Corona. L’accusa e’ di diffamazione ai danni dell’interista Marcelo Brozovic, dell’ex nerazzurro Mauro Icardi e di sua moglie Wanda Nara. Sul suo sito ‘King Corona magazine’ Corona aveva ipotizzato un flirt tra Brozovic e Wanda Nara. Il nerazzurro si e’ costituito parte civile, con l’avvocato Danilo Buongiorno, cosi’ come Icardi e Wanda Nara con l’avvocato Giuseppe Di Carlo. Il rinvio a giudizio davanti alla Quarta sezione del Tribunale di Milano e’ stato deciso dal gup Ottone De Marchi. Il magazine di Corona azzardava anche una separazione nella coppia Nara-Icardi per via del flirt che Brozovic aveva subito smentito e, per questo, aveva presentato denuncia con l’avvocato Buongiorno. “Il giudice – ha commentato il legale – ha rilevato la fondatezza della notizia di reato e di elementi validi per sostenere l’accusa di diffamazione in dibattimento e ha disposto pertanto il processo”.

Fabrizio Corona sara’ presumibilmente in aula quando l’11 marzo comincera’ a Milano il processo a suo carico. “Io voglio che ci sia – ha detto il suo avvocato Ivano Chiesa – perche’ e’ un suo diritto presenziare all’udienza”. L’ex re dei paparazzi, ora in un istituto di cura dove sta scontando la pena per altri processi, ha quasi sempre assistito alle udienze dei dibattimenti a suo carico. Corona, all’inizio di dicembre, per la terza volta, era uscito dal carcere perche’ le condotte per le quali e’ stato condannato, tra cui le note vicende dei foto-ricatti, “non destano un allarme sociale” particolarmente significativo e non c’e’ una “pericolosita’” da parte sua tale da richiedere che stia comunque dentro, malgrado soffra di una “patologia psichiatrica”, secondo il giudice di Sorveglianza Simone Luerti. Patologia che va curata e che si e’ aggravata in carcere e, per questo, Corona si trova ora in un istituto di cura vicino a Monza. Si e’ trattato di un “differimento pena” nella cosiddetta “forma umanitaria” e cosi’ la scontera’, per ora (il fine pena e’ previsto nel marzo 2024), in detenzione domiciliare nel luogo di cura, da dove non potra’ uscire.

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