Dopo Favignana, altri due evasi in Sicilia. E siamo a 5 in poche ore

Dopo Favignana, altri due evasi in Sicilia. E siamo a 5 in poche ore
29 ottobre 2017

A meno di 24 ore da quella di Favignana, un’altra grave evasione si è consumata, pochi minuti fa, dalla Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. A dare la notizia è il Sappe, secondo cui a fuggire sono statui due detenuti stranieri ristretti nell’VIII Reparto del carcere, penitenziario “già al centro delle denunce sindacali per il continuo ripetersi di eventi critici”. ”L’evasione si è consumata poco fa, e sembra che i due detenuti hanno scavalcato il muro di cinta”, commenta Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. ”Sono gravi due evasioni, e cinque detenuti scappati – 3 a Favignana e 2 a Barcellona Pozzo di Gotto – in poche ore. Gli allarmi lanciati dal Sappe sono stati completamente disattesi. Avrebbero dovuto fare seriamente riflettere il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri, come da tempo denuncia proprio il Sappe”, aggiunge Navarra. Donato Capece, segretario generale del Sappe, evidenzia infine come anche l’evasione dei detenuti dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto è ”sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. A poco è servito il calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro: oggi i numeri tornano ad essere preoccupanti, con oltre 57.6000 detenuti presenti. Altre, allora, devono essere gli interventi normativi per il sistema penitenziario e l’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione. E anche su questo il Ministero della Giustizia guidato da Andrea Orlando ed i Governi Renzi-Gentiloni hanno fallito su tutta la linea””.

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”Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, aggiunge Capece. ”Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Basti pensare che solamente nei primi sei del 2017 ci sono stati 22 suicidi di detenuti, 567 tentati suicidi, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 colluttazioni e 541 ferimenti. Questo a testimoniare la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. E chi guida il Ministero della Giustizia, a cominciare dal Guardasigilli, si dovrebbe dimettere dopo tutta questa serie di continui fallimenti gestionali”, conclude.

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