Fioroni, nel 1990 Morucci collaborava col Sisde. L’ex compagna del brigatista: “Detta cosi’, mi sgomenta”

Fioroni, nel 1990 Morucci collaborava col Sisde. L’ex compagna del brigatista: “Detta cosi’, mi sgomenta”
L’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossida e Adriana Faranda brigatista ed ex compagna di Valerio Morucci
20 settembre 2017

Nel 1990 il brigatista Valerio Morucci era un collaboratore del Sisde. Lo rende noto il Presidente della Commissione Moro, Giuseppe Fioroni, che sostiene di avere carte del Sisde che comprovano questa tesi. Fioroni, durante la terza audizione di Adriana Faranda, brigatista ed ex compagna di Morucci, afferma: “Al tempo del secondo ritrovamento di via Montenevoso, il Centro Sisde trasmise il 3 novembre 1990 alla direzione dei servizi del Sisde una serie di valutazioni di Valerio Morucci che all’epoca collaborava col servizio. Morucci collaborava col Sisde e il 3 novembre 1990 trasmisero una serie di valutazioni di Morucci sulla vicenda di Montenevoso”. Faranda si limita a replicare: “Detta cosi’, mi sgomenta”. Fioroni insiste: “Questo c’e’ scritto nelle carte. Se vuole gliele trasmetto…”. Faranda: “Sara’ stato che qualcuno gli ha chiesto una consulenza. Non mi pongo la domanda…”. Qualche minuto dopo Fioroni torna sull’argomento: “Scrivendo Morucci in qualita’ di collaboratore, consulente, persona informata sui fatti con il Sisde…”. Faranda ribatte: “Non ne ho la minima idea…”. Adriana Faranda fu arrestata nel 1979 e, da dissociata, usci’ dal carcere in liberta’ condizionale nel 1994. Alla domanda dei giornalisti su quando si interruppe il suo rapporto con Morucci, Faranda preferisce non rispondere: “Non me lo ricordo”.  Ad un parlamentare che afferma la tesi, secondo la quale anche il difensore di Faranda, l’avvocato Tommaso Mancini, fosse legato ai servizi segreti, l’ex brigatista risponde: “Allora rinuncio…”. Ad un parlamentare che subito dopo sostiene la tesi, secondo la quale Adriana Faranda, da ricercata, mise la testa in una macchina della polizia, l’ex terrorista risponde: “No, assolutamente. Mi sento circondata… Posso dire che l’avvocato fu scelto da mia madre, disperata e convinta che fossi innocente. Chiese consiglio a mio padre, che era a sua volta avvocato. Mia madre non era dei servizi”. “Io e Morucci – spiega Faranda – avevamo come avvocato difensore Tommaso Mancini. Cambiai difensore dopo l’arresto di Maccari, perche’ io confermai che Maccari era il quarto uomo e qui scatto’ l’incompatibilita’ perche’ Mancini era anche il legale di Maccari”. Successivamente Faranda afferma che, oltre alle indicazioni della madre, l’avvocato Mancini le fu comunque “assegnato d’ufficio”.

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