Forze dell’ordine, giornalisti e Ingroia nel mirino dei penalisti

Forze dell’ordine, giornalisti e Ingroia nel mirino dei penalisti
5 maggio 2016

“La vicenda mediatica di Pino Maniaci, di Telejato, è solo l`ultima di una lunga serie di pubblicazioni di intercettazioni in violazione della legge, e di scandali del mondo dell`antimafia, istituzionale e mediatico. La pubblicazione delle intercettazioni video ed audio, effettuate (e montate) dai Carabinieri di Palermo, sono l`ennesima violazione degli artt. 114 e 329 del codice di procedura penale”. Lo evidenzia in una nota l’Unione Camere Penali che sottolinea : “Quello che però rincuora è la folgorazione, sulla via di Telejato, dell`ex PM Ingroia, che da ‘partigiano della costituzione’ è diventato, da avvocato, partigiano della legge in materia di tutela della riservatezza degli atti di indagine”. L`Unione delle Camere Penali Italiane, con il proprio Osservatorio sull`informazione giudiziaria, “censura l`ennesima violazione di legge, segnalando all`ex PM Ingroia tutti i documenti prodotti sul tema dell`informazione giudiziaria, perché forse quando era PM non li ha mai letti. Ai giornalisti, che si occupano di cronaca giudiziaria, viene insegnato che occorre sempre sospettare delle notizie date dalle fonti, perché le fonti hanno sempre un interesse nel dare una notizia”. “In verità – aggiungono i penalisti nella nota – ai giornalisti ed ai lettori, forse andrebbe detto che anche (alcuni) media hanno sempre un interesse a dare certe notizie, soprattutto in un determinato modo”.

“Quello che atterrisce – proseguono i penalisti – è la debolezza della politica locale, e come veniva soggiogata: se non fai questo o quello ti massacro ogni giorno sui media. Per fortuna queste cose accadono solo alla politica e nei tribunali dei piccoli centri, mentre la politica nazionale ed i tribunali dei grandi centri non si fanno influenzare nelle scelte dal giogo dei media interessatià I recenti scandali che hanno coinvolto il variopinto mondo dell`antimafia, la vicenda Saguto, le esternazioni, sul tema della gestione dei beni da parte del mondo dell`antimafia, del Dott. Catello Maresca (PM della DDA di Napoli) dovrebbero portare ad una seria riflessione sul mondo dell`antimafia di professione, anche a tutela di chi l`antimafia, sia come istituzione che come mondo sociale, la pratica senza secondi fini”. “E il tutto – concludono – dovrebbe aprire anche una riflessione sul sistema del processo mediatico, che ha come obiettivo, ormai è chiaro, il condizionamento delle parti processuali, che si ritrovano ad affrontare il processo con sentenze mediatiche già scritte. Auspichiamo che questa riflessione venga attuata anche dai magistrati, che sembrano riflettere sul punto solo quando sono usciti dalla magistratura, o ai convegni, o nei vari libri di “memorie”, o quando, svestita la toga da magistrati, indossano quella da avvocati, riscoprendosi “partigiani” della legge, per i propri clienti”.

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