Silvestri: “Siano i militanti a decidere il nuovo capo politico ma da solo è destinato a fallire”

Silvestri: “Siano i militanti a decidere il nuovo capo politico ma da solo è destinato a fallire”
Francesco Silvestri
24 giugno 2020

Subisce un’accelerata, la corsa alla nuova leadership del MoVimento Cinquestelle. Dalle alte sfere stellate, scende in campo finanche Davide Casaleggio che si schiera con Alessandro Di Battista che vuole scegliere il capo politico attraverso una assemblea costituente degli iscritti, sconfessando la linea di Beppe Grillo. L’idea del comico, infatti, condivisa dall’ala governista dei 5 stelle, sarebbe quella di varare una gestione collegiale (magari con il coinvolgimento dello stesso Di Battista) al fine di rinviare il congresso e così evitare fibrillazioni interne ai grillini che potrebbero danneggiare la già non brillante del governo Conte. E alla quale, sarebbe molto vicino il deputato pentastellato, Francesco Silvestri.

Onorevole Silvestri, prende corpo l’idea di un congresso del Movimento. Di Battista ora non è più solo, a suo fianco ha anche Casaleggio.

“Di Battista non è mai strato solo. E’ una risorsa essenziale nel Movimento e che ha fatto delle scelte che l’hanno reso distante per un po’ di tempo. Ma un movimento che ambisce a riorganizzarsi e continuare ad affermarsi nello scenario politico ha bisogno di Alessandro Di Battista come ha bisogno di tutte le sue componenti. E’ ovvio che dopo circa sette anni di attività frenetica che ci hanno visto partire dal più piccolo consiglio municipale e arrivare alla governo nazionale passando per un’opposizione accanita e tante esperienze regionali con sindaci di grandi città, abbiamo bisogno di fermarci, dirci in maniera schietta quali problemi abbiamo incontrato per poter riorganizzare un movimento che ha pagato un po’ la velocità con cui s’è evoluto”.

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Quindi, congresso, click day o cos’altro?

“Tutti i passaggi fondamentali del MoVimento Cinquestelle sono stati fatti con gli iscritti. E questo non farà eccezione. Su chi sarà il prossimo capo politico, al momento poco appassiona, è più un fatto mediatico che reale. Ma invece adesso è importante capire che strumenti avrà il futuro capo politico. E tra questi, sicuramente, io prediligo una sorte di collegialità di persone che gli diano supporto. Esempio. Di Maio ha fatto un ottimo lavoro ma ha ereditato un ruolo per cui non si sapeva chi doveva aiutarlo e chi no, e questo ha pagato in un certo senso”.

Lei sostiene la linea Casaleggio-Di Battista o Grillo & governativi?

“Diciamo di Grillo ma non è un fatto di collocazione perché una gestione collegiale non è soltanto Grillo che la vuole”.

Al di là della formula per la leadership, non pensa che se a capo c’è sempre Grillo con i “potenti” poteri che gli dà lo statuto, si rischia di parlare di aria fritta?

“Il fatto è che qualsiasi capo politico che non ha un supporto collegiale dietro rischia di non farcela. Poi va da sé che un cambiamento passa per le revisioni statutarie”.

In sostanza, Grillo avrà sempre lo stesso ruolo al vertice della piramide?

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“Sicuramente ci sarà una revisione organica delle cose. Se vuoi fare qualcosa bene, va fatta in maniera organica”.

C’è chi sostiene che avendo le “mani libere” da qualsiasi incarico istituzionale, Di Battista ha avviato una controffensiva per conquistare quell’importante base grillina della prima ora, oggi distante dal Movimento per poi tirare la volata.

“Non credo che Di Battista stia facendo una controffensiva. Io credo invece che Di Battista stia portando e fortunatamente, dei valori piuttosto netti come netto era il Movimento Cinquestelle su certi temi e lo sta facendo con la forza che ha sempre avuto. Come è ovvio che la parte parlamentare e governativa del M5s sta portando avanti gli stessi valori ma in una versione più complessa”.

Quando pensate di andare alle “urne” per il nuovo leader?

“Tutto il sistema democratico che verrà messo in campo per scegliere il nuovo capo politico verrà fatto sicuramente dopo le elezioni Regionali. Posto questo, si ragionerà sui temi, sull’organizzazione che ruoterà al nuovo capo politico e poi si passerà al sistema di voto. Perché ora il Movimento ha bisogno di fare un ragionamento serio su quello che è mancato in questi dieci anni, ovvero più rigore alla parte organizzativa dando più spazio e struttura ai propri enti locali”.

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