Gerusalemme sotto assedio: un inferno di fuoco minaccia la Città Santa, 7.000 persone evacuate
Un’immensa coltre di fumo nero avvolge il cielo sopra Gerusalemme, mentre le fiamme divampano incontrollate lungo l’autostrada che collega la città santa a Tel Aviv. È una scena apocalittica: almeno 7.000 persone evacuate, automobilisti costretti ad abbandonare i propri veicoli e interi quartieri svuotati in poche ore. Gli incendi boschivi, alimentati da venti violenti e temperature estreme, stanno mettendo a dura prova le capacità di risposta del Paese. Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale, mentre gli ospedali si preparano a ricevere feriti e l’esercito è stato mobilitato per supportare i vigili del fuoco.
“Stiamo affrontando forse il più grande incendio mai scoppiato nel Paese”
Sul campo, il comandante dei vigili del fuoco di Gerusalemme, Shmulik Friedman, non nasconde la gravità della situazione. “Alcuni roghi sembrano essere stati appiccati dolosamente,” ha dichiarato in tv. Le autorità hanno confermato almeno tre arresti, tra cui quello di un piromane sorpreso mentre tentava di dare fuoco alla sterpaglia nei pressi di Gerusalemme Est. Ma le indagini sono ancora in corso, e lo Shin Bet, l’agenzia per la sicurezza interna, sta esaminando ogni traccia per capire se ci sia un legame con il terrorismo.
Nel frattempo, i media israeliani riportano messaggi allarmanti provenienti dai social network. Canali Telegram affiliati ad Hamas e altri gruppi palestinesi hanno pubblicato inviti espliciti a bruciare boschi e foreste vicino agli insediamenti israeliani. “La benzina e una scintilla possono trasformare Israele in un inferno di fuoco,” si legge in uno di questi post. L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha offerto aiuto inviando squadre di vigili del fuoco, ma finora la risposta di Israele è stata silenziosa.
Una città in ginocchio
L’incendio ha già raggiunto strade principali, autostrade e persino sedi istituzionali. Nel bel mezzo di una diretta televisiva, Channel 12, l’emittente più seguita del Paese, ha annunciato l’evacuazione del proprio studio nei pressi di Gerusalemme. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che coordina personalmente le operazioni dall’unità di crisi, ha avvertito che il fuoco potrebbe presto raggiungere la periferia della città. “Il vento da ovest può spingere facilmente le fiamme verso Gerusalemme,” ha dichiarato in un video inviato dal suo ufficio.
Le alte temperature e le condizioni meteorologiche avverse hanno reso quasi impossibile contenere gli incendi. Sette località principali sono state colpite, alcune delle quali molto popolose. Almeno cinque comunità sono state evacuate, e l’ospedale Ein Kerem ha chiesto alla popolazione di non recarsi presso la struttura se non in caso di emergenza. Decine di persone sono già state intossicate dal fumo, e sedici sono state ricoverate per ferite lievi.
L’aiuto internazionale arriva, ma la tensione resta alta
Di fronte all’escalation dell’emergenza, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha lanciato un appello internazionale per ottenere supporto. Tre aerei antincendio “Canadair” provenienti dall’Italia e dalla Croazia sono attesi oggi, mentre altri Paesi, tra cui Francia, Spagna e Grecia, hanno promesso assistenza. Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha confermato che il Dipartimento di Protezione Civile è stato immediatamente attivato.
Nonostante l’aiuto internazionale, però, la situazione politica rimane tesa. Il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha visitato l’area colpita, definendo gli incendi un’“emergenza nazionale”. Intanto, il Giorno dell’Indipendenza, celebrato proprio in queste ore, è stato oscurato dagli eventi: tutte le cerimonie sono state annullate, compreso l’evento principale previsto a Gerusalemme.
Un monito sul cambiamento climatico
Questo dramma mette in luce una realtà sempre più preoccupante: gli incendi boschivi stanno diventando un fenomeno ricorrente nella regione, favorito dalle alte temperature e dalla siccità. Il Servizio meteorologico israeliano aveva già avvertito del rischio, ma la portata di questa tragedia supera ogni previsione.
Mentre le squadre di emergenza lavorano senza sosta per contenere le fiamme, la popolazione attende con ansia notizie sulla fine di questa emergenza. Per ora, l’unica certezza è che Gerusalemme e il suo popolo stanno affrontando una delle prove più difficili della loro storia recente.