Giachetti trema, Fassina è di nuovo in corsa. A sinistra si rimescolano le carte

Giachetti trema, Fassina è di nuovo in corsa. A sinistra si rimescolano le carte
17 maggio 2016

di Daniele Di Mario

Alle amministrative del prossimo 5 giugno nella Capitale correrà anche Stefano Fassina. La lista “Sinistra per Roma” a sostegno del candidato sindaco di Sel-Sinistra Italiana è stata clamorosamente riammessa dal Consiglio di Stato che, contenstualmente, ha rimesso in corsa anche la lista di Fratelli d’Italia a Milano. Palazzo Spada ha così ribaltato i verdetti degli uffici elettorali dei Comuni interessati che avevano escluso le liste per errori insanabili e le sentenze, rispettivamente, del Tar del Lazio e del Tar della Lombardia. “Felice per la sentenza del Consiglio di Stato. La sinistra torna in campo a Roma più forte di prima”, è il commento a caldo di Fassina. Mentre il vicepresidente della Regione Lazio e dirigente nazionale di Sel Massimiliano Smeriglio dice: “La notizia della riammissione alle elezioni della lista Sinistra per Roma è straordinaria. Ora di nuovo tutti in campo più convinti di prima per dare forza alla sinistra”. Il Consiglio di Stato ha riformato la sentenza del Tar del Lazio e ha accolto l’appello proposto dalle liste “Sinistra per Roma Fassina Sindaco” e “Rete Liberale”, a sostegno del candidato sindaco Alfio Marchini, ammettendole a partecipare alla prossima consultazione elettorale per le amministrative. Giovedì è atteso invece il verdetto sulla lista civica e sulle liste municipali a sostegno di Fassina. Le liste erano state escluse per la mancata indicazione in alcuni atti della data di autenticazione delle sottoscrizioni. Ma il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittima tale esclusione perché nessuna disposizione di legge prevede, per la materia elettorale, la nullità di tali autentiche quando siano prive di data, purché risulti certo che l’autenticazione sia stata effettuata nel termine previsto dalla legge. Il Consiglio di Stato ha sottolineato l’importanza del principio democratico della massima partecipazione alle consultazioni elettorali nei casi in cui le liste siano in possesso di tutti i requisiti sostanziali e formali essenziali richiesti dalla legge.

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La terza sezione in sede giurisdizionale di Palazzo Spada ha, inoltre, riformato la sentenza del Tar della Lombardia e ha accolto l’appello proposto dalla lista “Fratelli d’Italia”, che era stata esclusa dalla competizione per il Consiglio comunale di Milano per la mancata presentazione delle dichiarazioni di assenza delle cause di incandidabilità. Tale esclusione è stata ritenuta illegittima in quanto è risultato che tali dichiarazioni fossero state depositate, complete in tutti i loro elementi, il giorno successivo, e che il ritardo fosse addebitabile ad un comportamento tenuto dalla stessa amministrazione. Il Consiglio di Stato ha sottolineato, anche in questo caso, l’importanza del principio democratico della massima partecipazione alle consultazioni elettorali nei casi in cui le liste siano in possesso di tutti i requisiti sostanziali e formali essenziali previsti dalla legge. La sentenza del Consiglio di Stato pone fine a giorni di polemiche. Non è mancato chi aveva paventato dietro l’esclusione di Fassina un complotto per favorire il Pd e Roberto Giachetti. Dal canto suo la leader di FdI e candidata sindaco di Roma Giorgia Meloni aveva auspicato un provvedimento d’urgenza da parte del governo per sanare gli errori materiali nella presentazione delle liste. Nel campo del centrosinistra, poi, si è sfiorato lo psicodramma con Fassina chiamato da una parte di Sel sul banco degli imputati per il pasticcio dell’esclusione delle liste.

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Il progetto Sinistra Italiana sembrava su un binario morto, diviso in due tronconi tra chi come l’ex viceministro predicava di andare avanti su una linea di alternativa al Pd e chi, come gli esponenti romani di Sel, propendevano per un atteggiamento più dialogante con il Pd. Un dibattito che ha interessato anche altri partiti. Il candidato sindaco del Pd Roberto Giachetti in persona aveva sollecitato Fassina a un incontro, mentre più di un esponente Dem apriva ad accordi con Sel, con una trattativa sottobanco secondo molti già avviata, anche per non sconvolgere gli assetti politici in Regione Lazio, dove il Pd e Sel governano insieme. Il Consiglio di Stato ha posto fine all’interrogativo sui chi potesse beneficiare dei voti di Fassina e ha smorzato le polemiche, lasciando sul campo contenti e delusi. Esulta, ad esempio, Alfio Marchini, che si sentiva penalizzato dall’esclusione di Sinistra per Roma. Gioisce Giorgia Meloni che aveva chiesto al governo una sanatoria per decreto a favore di Fassina e incassa la riammissione della lista FdI a Milano. Deluso il Pd che già pregustava un possibile accordo con gli esponenti romani di Sel, magari rinviato solo al ballottaggio, come conferma lo stesso Giachetti con un tweet: “Contento per Stefano e i suoi elettori. Andiamo avanti, convinti che il popolo di centrosinistra sarà unito al ballottaggio”.

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