Siria, guerra entra in settimo anno. Duplice attacco suicida a Damasco, oltre 32 morti

Siria, guerra entra in settimo anno. Duplice attacco suicida a Damasco, oltre 32 morti
15 marzo 2017

Nel settimo anniversario della guerra civile in Siria, due attacchi suicidi hanno scosso oggi la capitale Damasco causando la morte di almeno 32 persone. Attacchi che sono avvenuti 5 giorni dopo un duplice attacco kamikaze nella città vecchia della capitale che ha provocato la morte di 74 persone. Oggi verso le 11 locali, un attentatore suicida si è fatto esplodere all’interno del Palazzo di Giustizia nei pressi del bazar nel cuore di Damasco uccidendo almeno 32 persone, come ha detto a France Presse una fonte della polizia. “Ho sentito un rumore, ho guardato alla mia sinistra e ho visto un uomo che indossava una giacca militare”, ha detto alla televisione di stato un uomo coperto con un cerotto ad un occhi ferito nell’esplosione. “In quel momento, ha alzato le braccia al cielo e ha gridato Allah Akbar, (Dio è grande) e poi l’esplosione”, ha detto il testimone che era nell’edificio per sbrigare una pratica al tribunale.

“Sono caduto e ho sentito il sangue scendere dal mio occhio”. L’esplosione, che ha fatto anche un centinaio di feriti, è avvenuta all’ora di punta in un edificio che ospita il tribunale penale e la corte religiosa in materia matrimoniale. La tv di stato ha mostrato interno dell’edificio devastato dalla deflagrazione: in una stanza si vede appeso un ritratto del presidente Bashar alAssad, molte macchie di sangue sul soffitto, membra umane, vetri rotti e pezzi di abbigliamento. Meno di due ore dopo, nel quartiere al Rabuah, un altro attentatore suicida “ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva all’interno di un ristorante dopo essere stato inseguito e circondato” dai servizi di sicurezza, secondo l’agenzia di stampa ufficiale SANA. La fonte della polizia ha riferito di 25 feriti. Corrispondenti di France Presse, hanno riferito di strade deserte nella capitale dopo il secondo attacco, nonostante che fosse l’ora di punta. Diverse strade sono state chiuse al traffico dai servizi di sicurezza.

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I morti di oggi appesantiscono il terribile tributo di sangue in sei anni di guerra, che ha visto morire più di 320.000 persone, oltre 11 milioni di sfollati e rifugiati – la metà della popolazione prima della guerra – e lasciato in rovina i infrastrutture del Paese. Il cupo anniversario coincide con un terzo round di colloqui di pace sulla Siria in Kazakistan, ma in assenza della delegazione dei ribelli dell’opposizione, lasciando poche speranze per un importante passo avanti verso una soluzione politica del conflitto. “I miei ricordi più belli della rivoluzione è quando la mia città è stata liberata dall’oppressione di Assad”, ha detto a Afp Abdullah al-Hussein, un 32enne che gioca nella squdra di calcio di Idlib, bastione dei ribelli nel nord-ovest della Siria. La scintilla della guerra è stata fatta coincidere con la data del 15 marzo 2011, quando nella capitale una protesta pacifica anti-regime venne repressa duramente. Da allora la protesta si trasformò in una ribellione armata e poi in una guerra civile che ha coinvolto una miriade di milizie locali, regionali e internazionali.

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