Guida Gambero Rosso: 4 nuove Tre forchette, e tante novità

Guida Gambero Rosso: 4 nuove Tre forchette, e tante novità
24 ottobre 2016

Quattro nuove Tre Forchette, simbolo dell’eccellenza della ristorazione italiana, due delle quali in Campania, una in Alto Adige (sempre più culla della cucina creativa) e una ‘storica’. La novità dell’anno è in realtà una ‘vecchia conoscenza’, ovvero il D’O di Davide Oldani, a Cornaredo, che si è appena trasferito in una sede di avanguardia concepita su misura dal suo chef e patron. Il premio al cuoco emergente va a Marina Caruso, chef di Signum, a Salina, mentre il premio al Ristoratore dell’anno va a Peppino Tinari dello storico Villa Maiella di Guardiagrele (Chieti). E, per quanto riguarda la vetta della classifica dei chef a Tre Forchette, a conquistarla sono ancora una volta Massimo Bottura con la sua Osteria Franscana di Modena e Heinz Beck con La Pergola dell’hotel Rome Cavalieri, entrambi con un punteggio di 95. Massimo Bottura, però, vince nella classifica della migliore cucina con un punteggio di 57/60. E’ stata presentata oggi all’hotel Sheraton a Roma Eur la guida Ristoranti d`Italia 2017 del gambero Rosso.

Una guida che fotografa anche quest’anno una cucina complessa e variegata, di anno in anno più difficile da racchiudere in categorie chiuse quanto ricca di stimoli, talenti e idee ma anche solidamente attaccata alle radici e alle tradizioni. 704 pagine, 2420 indirizzi, quasi 300 nuovi ingressi, 20 cartine, una per regione, con l’indicazione immediata del “meglio” di ognuna. Salgono a 29 le Tre forchette, il massimo riconoscimento per un ristoratore italiano: due dei nuovi ingressi sono in Campania: I quattro passi a Massa Lumbrense (Napoli) con 90 punti e la Taverna Estia di Brusciano (Napoli) con 91 punti. Uno è un ristorante storico dell’Italia dell’alta cucina: l’Enoteca Pinchiorri di Firenze (91 punti). L’ultima new entry è in una terra che alla cucina creativa sta dando molto: l’Alto Adige e precisamente a San Cassiano, in provincia di Bolzano. Si tratta di La Siriola dell’Hotel Ciasa Salares (91 punti). Saldamente a ridosso del podio, con 94 punti, Villa Crespia Orta San Giulio di Antonino Cannavacciuolo e Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due golfi. La Guida, come ogni anno, stila poi la classifica delle migliori trattorie, wine bar, birrerie e ristoranti etnici, i cui “campioni” sono indicati rispettivamente come Tre Gamberi, tre Bottiglie, Tre Boccali, Tre Mappapondi. Tra i Tre Gamberi la novità di quest’anno è Il Capanno di Spoleto, in provincia di Perugia.

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Due i detentori del massimo riconoscimento, le Tre Cocotte: Donatella (a Oviglio, in provincia di Alessandria) che era stato già bistrot dell’anno nel 2016, e Lanzani Bottega & Bistrot a Brescia, “ex” Tre Bottiglie che a un bere vivace e di spessore ha affiancato una proposta culinaria di altrettanto interesse. Il premio Tre Boccali va ancora una volta all’universo Baladin, sia a Casa baladin a Piozzo (Cuneo), sia all’Open Baladin di Roma. Il riconsocimento dei Tre Mappamondi invece va a due locali entrambi di Milano: Iyo e Wicky’s Wicuisine Seafood. Tri premi speciali la novità dell’anno è il D’O di Cornaredo (Milano), fresco di trasferimento in una sede all’avanguardia concepita su misura dal suo chef e patron Davide Oldani. Il Bistrot dell’anno è il locale Al Carroponte di Bergamo. Il Miglior servizio di sala va a La Ciau del Tornavento a Treiso, nel cuneese, mentre il Miglior servizio di sala in albergo va a la Stua de Michil dell’Hotel La Perla (Corvara in Badia, provincia di Bolzano). Tra i premi speciali anche quello per il Miglior pane in tavola, che va a Da Caino (Montemerano, Grosseto) e quello per il Pastry chef dell’anno che va ad Andrea Tortora del St.Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di San Cassiano, a Bolzano, che ha già Tre Forchette. Ben 21, infine, le tavole con il miglior rapporto qualità/prezzo, sparpagliate da Nord a Sud senza distinzione, perlopiù posti dove la filiera corta e una intelligente gestione dei menu consentono una politica dei prezzi estremamente vantaggiosa per i clienti. Si va da La Clusaz in Valle d’Aosta alla Locanda dei buoni e dei cattivi di Cagliari.

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