A Hong Kong la più grande manifestazione da riconsegna a Cina, un milione in piazza

A Hong Kong la più grande manifestazione da riconsegna a Cina, un milione in piazza
9 giugno 2019

Una grande manifestazione ha paralizzato oggi Hong Kong. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere lo stop alla controversa legge sull’estradizione che, a dire dei dimostranti, potrebbe rendere possibile la consegna di dissidenti politici alla Cina. Secondo la polizia del territorio semi-autonomo, i dimostranti erano 240mila, ma gli organizzatori hanno parlato di oltre un milione di presenze. Si tratta della manifestazione più imponente dal 2014, quando il movimento Occupy scese in piazza, e probabilmente la più partecipata dal quando, nel 1997, la Gran Bretagna riconsegnò a Pechino quella che era stata sua colonia. Carrie Lam, la leader di Hong Kong ha spinto perché la norma possa essere approvata prima di luglio. Dal punto di vista dei critici del provvedimento, si tratta di un’ulteriore erosione dell’indipendenza politica e giudiziaria dell’ex colonia britannica.

La marcia si è svolta in maniera pacifica, senza senza incidenti. Anche se ci sono state tensioni e la polizia ha usato spray urticanti nelle vicinanze degli uffici di governo. I dimostranti, in ogni caso, a sera erano ancora in piazza e alcune organizzazioni studentesche hanno chiarito che rimarranno in presidio davanti all’Assemblea legislativa fino al 12 giugno, quando il provvedimento dovrebbe artrivare in aula. Tuttavia pochi credono che effettivamente riuscirà a fermare il cammino della norma, visto che i partiti pro-Pechino godono di una maggioranza nell’assemblea legislativa di Hong Kong. Hong Kong ha accordo di estradizione con 20 paesi del mondo, ma non ne ha con la Cina di cui pure è formalmente parte in base al principio “un paese, due sistemi”. Ci sono stati negoziati, ma finora sono stati bloccati dal fatto che il processo giudiziario in Cina prevede scarsissima protezione per gli imputati.

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La nuova norma sostenuta da Carrie Lam prevede la possibilità di estradare sospettati verso la Cina, Taiwan e macao, in caso di reati come assassinio e stupro, giudicati caso per caso. Tuttavia i dimostranti temono che questo possa aprire la porta alla consegna di oppositori politici. La normativa è stata pensata dopo che un diciannovenne di Hong Kong, accusato di aver assassinato la sua fidanzata 20enne incinta mentre era in vacanza a Taiwan a febbraio, è fuggito dall’isola per rifugiarsi nell’ex colonia britannica. Le autorità di Taipei hanno chiesto l’estradizione, ma Hong Kong ha risposto di non poterla concedere per mancanza di un accordo in merito. In ogni caso, Taiwan ha detto che non chiederà l’estradizione in base alla nuova legge, facendo appello alle autorità di Hong Kong di gestire il caso separatamente. askanews

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