Il drammatico sfogo dei medici: “Pazienti con altre patologie respinti come appestati”

Il drammatico sfogo dei medici: “Pazienti con altre patologie respinti come appestati”
16 marzo 2020

Pazienti con patologie diverse dal Coronavirus respinti “come appestati”. Uomini e donne con febbre che non vengono fatti entrare in nessun presidio sanitario: pronto soccorso, guardia medica, ambulatori medici di famiglia, pediatrici, specialistici. E’ la denuncia di diversi medici italiani, che hanno sollevato la questione in un gruppo su Facebook riservato ai medici e odontoiatri italiani dedicato al Covid-19. Gli oltre ottantamila iscritti si scambiano informazioni riguardo la lotta al Coronavirus, organizzano collaborazioni e promuovono iniziative utili. “Vorrei sollevare una situazione che si sta verificando: chi ha la febbre oggi viene respinto come un appestato e non viene fatto entrare in nessuno presidio sanitario: Pronto soccorso, Guardia medica, Ambulatori medici di famiglia, pediatrici, specialistici. Ora la questione è davvero seria perché la febbre è un ‘sintomo’ e si può presentare in qualsiasi malattia! Vi rendete conto della gravità di questo comportamento considerato da protocollo?”. E’ una delle tante domande che si leggono nel gruppo.

Decine le repliche a questo post, in pochi minuti. “Enorme dilemma, qui anche per una lombalgia hanno chiuso i battenti e in guardia abbiamo un aumento di richieste considerevole per questa anarchia territoriale. Con conseguenze sulla salute dei pazienti che non hanno covid o che ce l’hanno ma in quel momento magari hanno sintomi non correlati al virus (rialzi pressori/glicemici/addominalgie ecc.). Chi ha scritto i protocolli lo ha fatto perché in primis non ha le dotazioni per noi. Pensando di proteggerci secondo me ci stiamo esponendo invece a contenziosi medico legali immensi”. Risponde un altro medico: “Hai ragione tu collega, è la follia. Questo impedisce anche a pazienti che potrebbero avere un problema infettivo di altra natura di essere valutati al fine di avere una diagnosi”.

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Il problema principale, denunciano i medici, sono i dispositivi di protezione, a partire dalla mascherine: “Dateci i dpi e li visitiamo tutti. In ospedale si dovrebbe garantire comunque un servizio di ricezione per quadri di questo tipo. Ma farla entrare in un ambulatorio senza che il personale disponga delle adeguate protezioni è irresponsabile e pericoloso. Purtroppo questi giorni sono molto complessi per tutti, pensa ai pazienti oncologici che devono sottoporsi ai controlli di routine e terapie aggressive in centri ad alto rischio di contagio… I costi, anche in vite umane, di questa pandemia saranno altissimi e non tutti direttamente correlati al Covid19, ma anche a tutte le altre patologie che non possono essere trattate adeguatamente per via della situazione contingente”, ha spiegato un medico in formazione di medicina generale.

E ancora: “Sono medico di frontiera e sono convinta che talvolta il nostro atteggiamento dipende dal fatto che non abbiamo dpi! Ormai pare che siamo l’ un contro l’altro armati!”. “Purtroppo quando capitano queste sciagure – ribatte un altro medico – si assumono comportamenti anti deontologici. Si deve combattere su due fronti. Basterebbe sapere se è infetto o meno. Secondo me si dovrebbero fare tamponi a tappeto. Ma i costi sono elevati”. Occorre “far scendere i prezzi e quindi fare esami a tappeto”. askanews

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