Immigrati, la piaga dei minori non accompagnati di cui non si sa più nulla

Immigrati, la piaga dei minori non accompagnati di cui non si sa più nulla
23 febbraio 2015

di Enzo Marino

Le cifre sono drammatiche. Tracciano uno scenario che vede sempre più minori a rischio di sfruttamento. Per non parlare dei minori non accompagnati approdati in Italia via mare in fuga da guerre, dittature militari, persecuzioni o povertà, condizioni di vita estreme senza una possibilità di futuro e di cui non si sa più nulla. Dal 1 gennaio al 31 luglio 2014, sono stati 13.956 i minori arrivati nel nostro paese via mare e di questi 8.591 erano non accompagnati. Al 31 gennaio 2015, invece, sono 7824 i minori non accompagnati segnalati e di questi solo 5586 si trovano nelle strutture di accoglienza, degli altri 1714 non se ne sa più nulla. Numeri che ben rappresentano come le violazioni dei diritti e le violenze di ogni tipo subite da bambini e adolescenti vittime o a rischio di tratta e sfruttamento anche in Italia sono gravi e impressionanti. Tema dibattuto oggi a Palermo, nel corso del Forum su “Flussi migratori, tratta e sfruttamento” organizzato, all’Istituto penale per i minorenni di Palermo, dall’Istituto Don Calabria con la collaborazione del Ciss. “Molti di questi minori vengono reclutati nei loro paesi d’origine e trasportati in Italia contro la loro volontà – dice Amalia Settineri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo -. I dati di cui disponiamo sulla tratta sono talmente esigui da farci cogliere la distanza dalla realtà”.

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Ci sono molte ragazze tra i 16 e i 17 anni originarie dei paesi dell’Est, ad esempio, trasferite o attirate in Italia per essere sfruttate sessualmente, o, in altri casi, coinvolte in attività illegali o rese vittime di matrimoni precoci nei quali devono ripagare ai suoceri il prezzo sostenuto per il loro “acquisto” dalla famiglia di origine. Per le minori nigeriane, che partono dal loro paese con la promessa di un lavoro che non si avvererà mai, lo sfruttamento sessuale inizia invece già nei paesi di transito in Europa o in Libia, per trasformarsi in una prigione dalla quale è difficilissimo uscire una volta giunte in Italia e inserite sotto ricatto nel circuito della prostituzione. Ci sono inoltre alcune migliaia di minori fuggiti dai centri di prima accoglienza “improvvisati” con la conseguente esposizione a gravi rischi di sfruttamento sul nostro territorio. Alcuni, come i minori eritrei o afghani, si rendono “invisibili” per poter proseguire il loro viaggio verso il Nord Europa, altri, come i minori egiziani, raggiungono in maggioranza le grandi città come Roma e Milano dove accettano facilmente condizioni di lavoro estreme e sfruttamento per poter ripagare rapidamente i pesanti debiti di viaggio, e per questo fanno spesso uso di farmaci oppiacei antidolorifici per far fronte alla fatica insostenibile e al disagio, con ulteriori gravi conseguenze per la loro salute.

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Il ricorso a farmaci e droghe è un fenomeno che si registra anche tra le ragazze minori provenienti dall’Europa dell’Est e che sono vittime di sfruttamento sessuale nel nostro paese. Sono prevalentemente adolescenti tra i 16 e i 17 anni, originarie della Romania ma anche di altri paesi dell’Est, che vengono adescate da coetanee, vicine di casa, ex compagne di classe e da giovani uomini, che le portano in Italia con la promessa di un lavoro da parrucchiera o da baby sitter. Secondo Save the Children, “ogni numero è un volto, spesso già sfregiato quando arriva nel nostro Paese”. “Nella maggior parte dei casi alcune ferite non sono visibili, sebbene siano molto profonde e presenti – prosegue l’organizzazione che lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti – a causa delle violazioni dei diritti, della violenza e dello sfruttamento a cui sono stati costretti già durante estenuanti viaggi che possono durare mesi o anche 1-2 anni”.

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