Indagine su firme elezioni comunali a Palermo, i Cinquestelle ancora nella bufera. Pd: “Grillo e Di Maio sapevano”

Indagine su firme elezioni comunali a Palermo, i Cinquestelle ancora nella bufera. Pd: “Grillo e Di Maio sapevano”
14 ottobre 2016

“L’indagine prosegue. Svolgiamo tutti gli accertamenti che la legge consente e impone nella massima serenita’”. Non dice di piu’ la procura di Palermo sull’inchiesta riaperta sul caso delle firme false nelle liste del Movimento 5 stelle alle comunali di Palermo della primavera 2012. E chiede di non essere strumentalizzata in questa fase caldissima, in cui, come oggi, sembra essere scattato un attacco concentrico contro il M5s e i suoi leader, Beppe Grillo e Luigi di Maio in testa. In queste ore il partito palermitano ha presentato un esposto anche per la sparizione negli uffici comunali della dichiarazione di presentazione della candidatura a sindaco, 4 anni fa, di Riccardo Nuti e della lista dei consiglieri. Intanto il Pd, come in una tattica concordata in un tavolino di guerra, arma dichiarazioni, esplodendo parole come proiettili. L’occasione la fornisce un articolo del quotidiano La Stampa, secondo cui come sul caso Muraro, il vicepresidente della Camera avrebbe sottovalutato o ignorato una mail anonima che l’avrebbe informato gia’ il 12 settembre, un paio di settimane prima della scoperta della imbarazzante vicenda, in riferimento alla quale peraltro Grillo ha detto di considerarsi parte lesa. Di Maio, dunque, secondo questa ricostruzione sarebbe potuto intervenire, mentre si mostro’ sorpreso. Ma c’e’ di piu’, anche Grillo, secondo quanto riportato, a suo tempo sarebbe stato informato, ma non avrebbe fatto nulla.

“Anche questa volta, Luigi Di Maio – afferma Ernesto Carbone, della segreteria nazionale del Partito democratico – non ha capito o ha sottovalutato i fatti gravissimi che avvenivano a Palermo? Possibile che un paladino dell’onesta’ e della trasparenza sia scivolato in un errore madornale per una seconda volta?. E lo ha saputo grazie a una mail anonima, anche se nel servizio delle Iene ha fatto finta di cadere dalle nuvole”. Rincara la dose la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Alessia Morani: “Oltre Di Maio, ancora una volta in difficolta’ nella lettura delle mail, era stato informato delle circa duemila contraffazioni lo stesso Beppe Grillo. A rivelarlo e’ il testimone oculare della falsificazione, il professor Vincenzo Pintagro. Al capo comico lo avrebbe riferito a Genova il titolare del locale dove si e’ materialmente compiuto il misfatto, Luigi Scarpello, un noto attivista grillino palermitano. Altro che M5s parte lesa, dunque, qui si tratta di complicita’”. “Luigi Di Mail colpisce ancora”, ironizza il senatore del Pd Francesco Scalia. “Insomma, nella migliore delle ipotesi, molta confusione sotto il cielo. Nella peggiore qualcuno in alto tra le stelle sta mentendo”, per la senatrice Pamela Orru’. “Questi puritani – sentenzia il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – si stanno dimostrando non all’altezza e non sono in grado di dare patenti morali a nessuno”.

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