Isis prepara il dopo-Califfato e lancia “la jihad globalizzata”. Arriva “l’esercito di lupi solitari”

Isis prepara il dopo-Califfato e lancia “la jihad globalizzata”. Arriva “l’esercito di lupi solitari”
22 luglio 2016

jihad-islamica isisI leader dello Stato Islamico (Isis), consci dell’inevitabile sconfitta sul terreno in Siria, Iraq, Libia, hanno avviato una “profonda revisione” della loro organizzazione, per preparare la fase del “dopo-Califfato”. Un cambio di rotta che, secondo analisti arabi, toccherebbe non solo la struttura del gruppo jihadista, ma anche la sua dottrina militare, passando dalla difesa del territorio a tattiche alternative, facendo ricorso sistematico e massiccio a “lupi solitari, gruppi di lupi e ed anche alla guerriglia urbana”. Il vero obiettivo è lanciare “la jihad globalizzata”. Autore dell’analisi pubblicata dal quotidiano libanese Assafir, è Abdallah Suleiamn Ali, tra i più autorevoli esperti arabi in materia di jihadismo di stampo salafita. Ed ecco le “riforme” alle quali stanno lavorando i vertici dell’Isis per il “dopo-califfato”, come argomentato da Assafir, che segue costantemente le attività dei gruppi radicali, in particolare in Siria.

CAMBIO DELLA DOTTRINA MILITARE “Perdere i territori non è rilevante, l’importante è la gestione della guerra”. A parlare così nell’ultimo suo discorso è il portavoce del Calffato in Siria, Abdu Mohammed al Adnani. Una dichiarazione opposta alla dottrina precedente di estrema difesa dello Stato Islamico anche come entità territoriale, espressa con lo slogan “il Califfato rimane e si espanderà”. Il lato positivo di questa presa di posizione pubblica è l’ammissione implicita dell’Isis di non essere più in grado di mantenere i territori conquistati a fronte della campagne militari internazionali e regionali. “Il lato negativo indica invece che l’organizzazione è consapevole dei suoi limiti e si sta preparando ad un passaggio organizzato dalla fase di guerre vere e proprie ad una nuova, che prevede il massiccio ricorso a lupi solitari, gruppi di lupi o anche guerriglia urbana”.

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RADICALE RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE L’ultima pubblicazione della fondanzione media dell’Isis “Al Furqan” in occasione del secondo anniversario della proclamazione del Califfato, a fine giugno, ha rivelato le radicali riforme della struttura del gruppo.Le più rilevanti sono due: l’eliminazione della figura del vice-Califfo e l’istituzione di un organo chiamato “Consiglio Delegato” che nell’organigramma dell’organizzazione viene indicata subito dopo la carica del “Califfo” e del “Consiglio della Shura”. Al “Consiglio Delegato” vengono assegnate estese prerogative come la “supervisione e direzione” dei ministeri, delle province, gli organi media e gli uffici in tutto il mondo. Revisioni che sarebbero state dettate da “oggettive difficoltà” che l’Isis sta affrontando “per garantire la catena di comando e lo scambio di informazione tra il centro e la periferia” compromesse negli ultimi tempi a causa dell’intensificarsi dei raid della coalizione internazionale a guida Usa. L’istituzione di questo nuovo Consiglio – evidenzia l’autore – riduce i poteri del Califfo e consentirebbe all’organizzazione di andare incontro alle ambizioni di molti comandanti locali, che vorrebbero contare di più.

PREVENIRE LE SCISSIONI Un altro obiettivo strategico dell’Isis è mantenere unite le file dei suoi combattenti in vista di un disfatta sul terreno. A questo proposito, l’informatissima testata libanese constata che “a dispetto delle grandi sconfitte subite, l’Isis non ha assistito a fenomeni di scissione significativi”. Tuttavia, in particolare nella provincia di Aleppo nel Nord della Siria, l’organizzazione ha dovuto fare i conti con la diserzione di decine di combattenti che si sono uniti alle “Brigate al Shaam” della cosiddetta opposizione moderata siriana. Diserzione che sarebbe stata provocata da profonde divisioni tra le due anime del gruppo: “Al Hazimi” (che indica i falchi) ed i “Al Banali” (i moderati), con i primi “intransigenti e feroci con la popolazione locale”. Ecco, secondo l’autore, i vertici dell’Isis avrebbero scelto di favorire i “falchi” dopo averli marginalizzati. Una decisione che prospetta la radicalizzazione della lotta dove “non viene ammessa sulla faccia della terra la vita a chiunque che non professa la fede della jihad”, come recitano recenti editti del gruppo. In breve, conclude l’articolo, “la nuova frontiere della jihad sarà la legittimazione di uccidere apostati e miscredenti a prescindere delle loro nazionalità, luoghi di residenza o che siano civili o militari. In definitiva siamo all’inizio alla fase dei lupi solitari lanciati per sbranare civili in ogni dove”. Del resto è di ieri la notizia segnalata da “Site” sito Usa che monitora attività dei jihadisti in rete, della pubblicazione di un ‘manuale’ con 17 tecniche per compiere attentati durante i Giochi di Rio in programma dal 5 al 21 agosto. Un messaggio rivolto anche soprattutto ai “lupi solitari”, invitati ad andare a Rio.

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