La “mancetta” agostana, l’ira delle casalinghe su Conte

La “mancetta” agostana, l’ira delle casalinghe su Conte
Giuseppe Conte
11 agosto 2020

E’ già popolare prima di aver visto la luce. La “mancetta”, il “fondo Bonetti” o meglio noto come il “bonus casalinghe” infatti è già divenuto virale anche sui social, scatenando rabbia e allo stesso tempo ironia non solo da parte del popolo femminile. Anche dalla politica e dalle stesse organizzazioni di categoria, infatti, arriva non poca perplessità sull’ennesima trovata del Conte 2 per rilanciare l’Italia messa in ginocchio dal Covid-19. “Ci sono 700mila casalinghe in povertà assoluta, diamo invece qualcosa a queste donne” sbotta Tina Leonzi, presidente del Movimento italiano casalinghe.

Ma a quanto pare, non va in questa direzione il provvedimento inserito nel decreto Agosto. Il fine della norma è formare le casalinghe per inserirle nel mondo del lavoro. E per far ciò, il Conte 2 ha stanziato 3 milioni di euro per 7,4 milioni di casalinghe italiane. Conti che non tornano, se questo è l’importo del bonus e questo è il numero dei potenziali beneficiari. Cifre che non danno spazio a nessuna immaginazione su come possano essere investiti 41 centesimi di euro per aprire le porte del lavoro a una casalinga. Quindi finora il bonus resta un annuncio che va ad arricchire l’oramai lunga lista del Conte 2. Anche perché, della proclamata misura da parte del ministro alle Pari Opportunità, Elena Bonetti, inserita nel decreto Agosto, se ne saprà di più non prima della fine dell’anno quando verranno emanati i relativi decreti che diranno come verranno spese queste risorse, chi potrà beneficiarne e come. Rinviamo tutto, quindi, al 2021.

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Frattanto, i social impazzano. @Giulia_B: “Io ancora non ho capito in che senso le vorrebbero formare”; @MilaSpicola: “Che vuol dire casalinghe? Che fanno i lavori domestici? Siamo tutte e tutti casalinghe. Se si tratta di donne che hanno bisogno di formazione per riqualificarsi, per lavorare, si chiamano inoccupate o disoccupate. Per questo ci sono ben altre cifre dei corsi professionali regionali”. E via dicendo anche con toni pirandelliani. Anche la politica scende in pista. “I tre milioni stanziati sono ‘spicci’ per una mancetta anche abbastanza umiliante” puntella la senatrice Isabella Rauti, responsabile del dipartimento “Pari Opportunità, Famiglia e valori non negoziabili” di FdI. “Una misura a dir poco ridicola e addirittura offensiva per tutte le donne”, rincara Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia. Eppure, la Bonetti ci crede: “È un provvedimento che ho voluto e sostenuto con forza, pensando alla necessità che l’autonomia personale delle donne sia sempre sostenuta, anche nei contesti domestici”. E’ un buon auspicio.

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