La moschea Finsbury Park, da simbolo islamista a bersaglio attentato

19 giugno 2017

Per anni simbolo dell’islamismo radicale, la moschea di Finsbury Park di Londra sembra essersi trasformata oggi in un bersaglio del terrorismo dopo che un uomo al volante del suo furgone si è lanciato contro dei fedeli musulmani da poco usciti dal luogo di culto. La moschea situata nel Nord-Est di Londra, dotata di un minareto, di una cupola dorata e di un edificio principale rosso e bianco in mattoni, si è fatta tristemente conoscere alla fine degli anni Novanta e all’inizio degli anni 2000 per i sermoni al vetriolo che pronunciava l’imam radicale Abu Hamza Al Masri contro “il grande Satana americano” e poi di tanti altri radicali. Questo predicatore di origini egiziane, cieco e con un uncino – il braccio gli era stato amputato a causa di una esplosione in Pakistan – esortava pubblicamente i fedeli a partire per unirsi alla jihad in Afghanistan. Il britannico Richard Reid, che in seguito tentò di far esplodere un aereo sull’Atlantico mentre era in volo fra Parigi-Miami con esplosivo nascosto nelle scarpe, o il francese Zacarias Moussawi, condannato all’ergastolo in connessione con gli attentati alla Torri gemelle di New York, erano andati ad ascoltare Hamza e a pregare nella moschea anche se il predicatore ha sempre affermato di non conoscerli.

La moschea aveva tentato di dissociarsi da questo predicatore controverso, espellendolo nel gennaio 2003 dall’edificio di culto. Lui aveva allora continuato a pronunciare i suoi sermoni per strada, filmato da telecamere del mondo intero. A fine gennaio 2003, la moschea era stata chiusa dopo una perquisizione e la scoperta di armi: secondo gli inquirenti al suo interno venivano organizzati dei corsi di addestramento. Abu Hamza era stato poi arrestato nel 2004 su richiesta delle autorità americane. Hamza è stato processato nel 2006 nel Regno Unito per istigazione all’omicidio e all’odio razziale e condannato a sette anni di reclusione. Estradato negli Stati Uniti nel 2012, è stato condannato nel gennaio 2015 all’ergastolo a New York per undici capi di imputazione in relazione ad una presa d ostaggi, e per terrorismo. Da allora, la moschea, che ha cambiato direttivo, ha tentato di costruirsi una nuova immagine. Anche per questo nel febbraio 2015 aveva partecipato ad una giornata denominata “porte aperte”, una iniziativa del Consiglio dei musulmani del Regno Unito (Mcb), tre settimane dopo gli attentati di Parigi. Oltre ad una tazza di tè, i visitatori si erano visti proporre traduzioni inglesi del Corano e la lettura di pannelli informativi sulla religione musulmana e la sua storia. “Vi erano forti timori in merito a questa moschea in passato ed è veramente piacevole sapere quello che hanno fatto e che hanno incontrato le persone individualmente”, aveva allora confidato all’Afp Annalou Oakland, una artista che vive vicino al luogo di culto, ma che non ci aveva messo mai piede. Il segretario generale della moschea di Finsbury Park, Mohammed Kozbar, aveva detto di aver ricevuto diverse lettere e email di minacce dopo gli attentati di Parigi del novembre 2015. Oggi la moschea ha condannato un “vile attacco terrorista”. “La nostra comunità è sotto choc”, ha dichiarato Kozbar, invitando i fedeli ad essere vigilanti.

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