La rivoluzione mancata di Accorinti, il sindaco attivista ‘Free Tibet’

La rivoluzione mancata di Accorinti, il sindaco attivista ‘Free Tibet’
16 gennaio 2015

di Gianluca Rossellini

palazzo_zanca messinaDiciotto mesi di sindacatura, nessuna svolta. Una rivoluzione mancata. Un’occasione di una vita che potrebbe andare persa per poca esperienza, ma anche per un pizzico di superbia da parte di chi ha sempre combattuto il potere, e poi si è accorto che non era poi così male. La stagione politica di Renato Accorinti, quella delle battaglie impossibili, quella del sogno del cambiamento culturale, è ancora lontana. I cittadini, che in migliaia sono accorsi ad acclamarlo subito dopo le elezioni sotto Palazzo Zanca (foto), pensando che rispetto ai predecessori avrebbe modificato l’azione politica rivoluzionando non solo gli atti amministrativi, ma addirittura costumi e società, ora sono insoddisfatti. Al di là delle messe in scena mediatiche come l’entrata al Comune a piedi scalzi, l’ormai intramontabile maglietta ‘Free Tibet’ mostrata anche al Papa o l’esposizione delle bandiere della Pace durante la festa delle Forze Armate, i messinesi hanno visto pochi provvedimenti concreti.

E’ stata più che altro una politica degli annunci, delle roboanti apparizioni utili più al personaggio che alle persone, funzionali di più ad una maschera da leader movimentista che a quella di un amministratore che persegue gli interessi dei cittadini. Forse il vero problema è che Accorinti il rivoluzionario quando poi è toccato a lui prendere la ‘palla avvelenata’ non l’ha fatto, ha cominciato a delegare, pensando che la politica sia soprattutto un  tecnicismo, con ‘assessori professori’ che diventano amministratori. Ha ritenuto che con questo mix tra cultura e simbologia iconica come le immagini di Gandhi e Madre Teresa che sovrastano la stanza del sindaco, avrebbe ‘sconvolto’ i media e ammaliato i cittadini. Ma non c’è stato il giusto passaggio dalla teoria alla pratica, gli assessori -professori non sono stati rivoluzionari, ma appunto tecnici. Hanno quindi iniziato a proporre una linea dei piccoli passi che, per la poca esperienza, si è anche impantanata tra le pastoie burocratiche, escludendo la componente del sogno. E quando, invece, Accorinti ha voluto agire da vero rivoluzionario, non si è fatto consigliare su come gestire la ‘battaglia’ e l’ha messa in atto nel modo sbagliato.

Leggi anche:
Test psicoattitudinali per aspiranti magistrati: una svolta controversa

I cambiamenti epocali annunciati come l’eliminazione dei Tir dal centro cittadino e l’isola pedonale, sono naufragati nella burocrazia, uccisi dai cavilli nascosti trovati da avvocati pronti a far ritornare tutti sulla terra. Difatti, l’amministrazione ha perso contro il ricorso degli armatori privati, e  gli autoarticolati, anche per la chiusura del porto di Tremestieri, hanno continuato a passare dal centro, inquinando e mettendo a rischio la vita delle persone come facevano prima. Solo dal porto storico non sono transitati più, aspetto che ha solo determinato solo l’abbandono delle navi Fs e l’assoluto monopolio del gruppo privato Caronte e Tourist. Accorinti sembra poi aver accantonato l’idea della flotta pubblica, sempre annunciata, tuttavia mai concretizzata. Sorte analoga ha avuta l’isola pedonale, non concertata con i commercianti e il consiglio comunale, che è stata chiusa in gran parte dopo un ricorso vinto da alcuni esercenti scontenti. Accorinti non ha capito che la rivoluzione non si annuncia ma si fa. In questo senso, sarebbe stato utile  far ruotare  alcuni dirigenti  e cambiare gli assessori troppo teorici. Inoltre, le alleanze di non belligeranza con i partiti tradizionali, non firmate, ma evidenti nei fatti,  se da un lato sono state utili perché il primo cittadino con soli solo due consiglieri a favore su 40, ha visto passare indenne votazioni sui documenti economici,  hanno però bloccato di fatto azioni concrete più incisive.

La vera rivoluzione poteva essere anche prendere coscienza della realtà economica del Comune e dichiarare il default, cercando un ‘operazione verità sui conti.  Non aspettare con una lenta agonia, che siano magari altri poi a certificarlo accorgendosi di essere stato utile più ai precedenti amministratori che ai cittadini.  A criticare Accorinti in questi mesi non è stata tanto l’opposizione, ma i consiglieri del suo movimento Cambiamo Messina dal basso, i partiti e le associazioni che lo hanno appoggiato in campagna elettorale. I Verdi e il Wwf, si sono schierati ad esempio, contro le decisioni della Giunta sui rifiuti, denunciando che l’amministrazione ha più volte annunciato il potenziamento della raccolta differenziata, ma  poi sta creando una discarica  nel rione Pace in una area a protezione speciale. Il movimento Cambiamo Messina dal basso ha invece, attaccato l’annunciata designazione ad ’assessore di Elio Conti Nibali, considerato tropo di Destra.

Leggi anche:
Elly Schlein lavora a liste, tensione ipotesi Tarquinio

Quest’ultimo quindi  poi ha rinunciato proprie perché si è reso conto di non essere gradito da parte della base dell’elettorato del sindaco. Tra gli oppositori della Giunta due consiglieri eletti in Cmdb che sono transitati nel gruppo Misto Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Sono due ex fedelissimi di Accorinti delusi per la gestione economica di Palazzo Zanca. “Alla Sinistra di questa città – spiega Nina Lo Presti – è stata venduta la fontana di Trevi due volte: la prima da Francantonio Genovese (deputato del Pd ai domiciliari per l’inchiesta della Formazione e ex sindaco) e la seconda da Renato Accorinti. Ogni volta abbiamo perso sempre pur vincendo le elezioni. Questa giunta e i suoi provvedimenti sono stati la negazione dei valori espressi in campagna elettorale”.  Lo Presti e Sturniolo non hanno nemmeno votato il bilancio previsionale auspicando che Accorinti dichiari il default e sottolineando: “Pare evidente a questo punto come la Corte dei conti in ben tre richiami, abbia evidenziato la mancanza di credibilità relativa agli adempimenti e ai correttivi posti in essere da parte dell’Ente che non fa altro che spostare nel tempo la fase del giudizio effettivo sulle azioni di risanamento strutturale e finanziario, permanendo in una situazione di gravi profili di irregolarità e violazioni normative”.

RAPPORTI CON IL PREFETTO E CON LA STAMPA – Molto discutibili poi alcuni rapporti con istituzioni e la stampa da parte della Giunta. In particolare l’assessore ai servizi sociali, Nino Mantineo parlando del Prefetto in un convegno ha detto che “era uno dei più scarsi”  e da quel giorno i rapporti tra sindaco e il rappresentante del governo si sono incrinati. Sempre lo stesso componente della Giunta Accorinti, in una recente conferenza stampa parlando con i giornalisti ha asserito che ci sarebbe, tra i media, “un certo dilettantismo”, suscitando le ire dell’Assostampa e dell’Ordine dei giornalisti regionale e nazionale. Durante l’incontro,  lo stesso primo cittadino ha accusato parte della stampa di aver mistificato la realtà sulla vicenda della rinuncia di Conti Nibali all’assessorato, ma il suo stesso movimento lo ha poi smentito il giorno dopo confermando le critiche su Nibali.

Leggi anche:
La questione delle classi scolastiche italiane: integrazione o separazione?

Il rischio di Accorinti ora è quello di procedere senza coraggio, accusando gli altri di colpe unicamente sue e della sua Giunta che ancora non è riuscita ad operare un vero cambiamento Ci potrebbe essere una rivoluzione  fallita dove Robespierre fa resuscitare il cosiddetto Ancien Régime e poi arriva il nuovo Napoleone, magari dai partiti tradizionali. Il rivoluzionario potrebbe essere spodestato proprio per aver cercato la politica mediatica della costruzione di un sogno che potrebbe diventare un incubo.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti