Le ricette di Matteo con il copia & incolla, polemiche sollevate dopo la diretta web

Le ricette di Matteo con il copia & incolla, polemiche sollevate dopo la diretta web
20 maggio 2016

di Antonio Angeli

Annunci a go-go con replica: Matteo Renzi non pago della raffica di polemiche sollevate dopo la diretta web del #matteorisponde mercoledì, ieri, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro olandese Mark Rutte, ha ripetuto: “Dobbiamo ridurre la burocrazia – ha iniziato il premier – e poi investire con maggiore determinazione per avere un processo legale più rapido, ridurre i tempi della giustizia, ridurre il deficit e la disoccupazione, cercare di avere un maggior coinvoglimento delle imprese, andare avanti con le riforme strutturali”. Ma le parole del presidente del Consiglio per molti hanno il saporaccio della minestra riscaldata. Luigi Di Maio, membro del direttorio M5S, vicepresidente della Camera, nonché probabile candidato premier del MoVimento, durante la presentazione dei candidati sindaci 5 Stelle nelle città italiane ha tuonato: “Noi proponiamo temi e il premier prova goffamente a scimmiottarli, spesso con provvedimenti ridicoli come quello del taglio alla povertà o delle pensioni di reversibilità”. Gli fa eco il leader Beppe Grillo: “Per abolire Equitalia c’è la legge del MoVimento 5 Stelle” e ricorda che è “una battaglia storica del M5S che il Pd ha sempre osteggiato”. Via Facebook il presidente di Fratelli d’Italia e candidato a sindaco di Roma, Giorgia Meloni, è altrettanto dura: “Renzi ha annunciato prima l’aumento delle pensioni minime e la cancellazione del bollo auto, poi il taglio dell’Irpef e l’abolizione di Equitalia: sotto campagna elettorale il figlio segreto di Wanna Marchi dà il meglio di sè e se le inventa tutte per prendere qualche voto in più. A pochi giorni dal voto – ha aggiunto la leader di FdI – offrirà agli italiani pure una mountain bike col cambio Shimano e un copriletto in seta. Ma gli italiani non sono così stupidi, sanno che dopo le elezioni Renzi s’inventerà mille scuse per non mantenere quegli impegni e non si faranno ingannare. E il 5 giugno faranno sentire la loro voce”.

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Effettivamente: “Meno tasse per tutti” fu il cavallo di battaglia del Cavaliere che, ai tempi, fu travolto da satira e sberleffi di sinistra con la creazione del contro-slogan “Meno tasse per Totti”, accompagnato dall’immagine esultante del capitano della Roma. Non solo: Renzi ha assicurato che “la stragrande maggioranza dei partigiani è con noi”. Eppure l’Anpi ha annunciato in blocco che al referendum voterà “no”. Ermenegildo Bugni, 89 anni, segretario provinciale dell’Anpi e partigiano della divisione Modena, si è rammaricato: “Quando abbiamo deciso di aprire l’Anpi a tutti gli antifascisti lo abbiamo fatto per difendere e attuare la Costituzione che noi abbiamo scritto”. “Oggi – ha proseguito Bugni – questa carta ha bisogno di alcune modifiche, ma qui si stanno andando a togliere dei paletti che rischiano di stravolgerne l’equilibrio. Tutta questa polemica la trovo pretestuosa e mi fa un po’ schifo: noi abbiamo aperto l’Anpi per salvare la Costituzione, se ti iscrivi per manipolarla è meglio se ne stai fuori”. Vibrate proteste anche per i commenti del premier sui dati Inps: “Chi dice che abbiamo una crisi dell’occupazione sta dicendo clamorose balle”. Gli risponde Malan di Forza Italia: “Eccoli i dati veri sul lavoro forniti per fortuna dall’Inps: nel primo trimestre di quest’anno ci sono stati il 77% in meno di contratti a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2015. Uno spaccato dell’Italia drammatico, il fallimento del governo Renzi e delle sue inutili riforme”.

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Maurizio Gasparri (FI), vicepresidente del Senato: “La crescita del lavoro e la riduzione delle tasse sono eventi di pura fantasia. Dati reali sono l’aumento della pressione fiscale e della disoccupazione. C’è un unico modo per porre fine al Renzi-show: sommergerlo con una valanga di no in occasione del referendum costituzionale”. Il premier ha parlato anche di servizio pubblico, assicurando di non voler mettere le mani nella Rai. Gli risponde l’”epurato” Nicola Porro: “Non ho la più pallida idea se Renzi ha avuto un ruolo nella chiusura del programma. Tempo fa – ha aggiunto – lo volevo ospite e lui mi ha scritto un messaggio sms: “Non stare sereno”. Il contrario di quanto aveva scritto a Letta. Non ci si può fidare. Lo ha deciso Campo Dall’Orto, che è stato nominato da Renzi non da Babbo Natale, dunque chiedetelo a Renzi se mette bocca nei palinsesti Rai”. La ciliegina sulla torta arriva dall’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani che, parlando del fatto che Renzi ha più volte ha dichiarato di considerare conclusa la sua esperienza politica nel caso il referendum costituzionale, previsto per ottobre, dovesse avere esito negativo, ha detto: “Quel ragionamento lo considero sbagliato”. La Costituzione “non può essere legata a un governo perché rischiamo di creare un precedente pericoloso. Basti guardare che cosa c’è in giro in Europa, tra l’Ungheria e l’Austria”. “Non possiamo lasciar correre l’idea che un governo possa fare la Costituzione che vuole – avverte l’ex segretario del Pd – perché questo vorrebbe dire cambiare il nostro sistema. Se siamo democratici – conclude – dobbiamo fare attenzione ai precedenti che creiamo”

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