L’Eclisse di Goldschmied e Chiari, arte come misura di profondità
Al Museo Novecento di Firenze nuovo capitolo del ciclo “Duel” video
Nel lavoro di Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari c’è una profondità contemporanea che le due artiste sono molto brave a tenere sotto controllo, con un understatement che per molti versi è parte della loro stessa poetica. Ma ci sono occasioni, come la mostra “Eclisse” allestita al Museo Novecento di Firenze e curata da Gaspare Luigi Marcone, in cui questa profondità esplode in modo clamoroso.
Come di fronte alla grande installazione “Patria”, nella quale a comporre la scritta sono le macerie della nostra storia recente. “Diciamo – ha spiegato ad askanews Eleonora Chiari – che è una sintesi del nostro lavoro, parla della frammentazione della storia e della nostra ricerca, parla della differenza tra la costruzione della storia attraverso le rovine e invece il detrito che disperde completamente e quindi è molto più difficile da ricostruire”. La riflessione di Goldschmied e Chiari si focalizza sulla Strategia della tensione e su quella che è stata chiamata la Notte della Repubblica. Anche attraverso i collage che uniscono le scene delle stragi alle figure sexy delle prime riviste di pornografia italiane e che le due artiste definiscono “Dispositivi di rimozione”.[irp]
“Sono dei dispositivi di rimozione – ci ha spiegato Sara Goldschmied – nel senso che la pin-up ha questo sguardo di seduzione, seduce lo spettatore e lo distrae da ciò che è il background”. La mostra fiorentina – inserita nel ciclo “Duel” voluto dal direttore del Museo Novecento, Sergio Risaliti, come dialogo tra artisti contemporanei e opere della collezione, in questo caso le “Demolizioni” di Mario Mafai – documenta anche come le pratiche delle due artiste siano molteplici. E a dare il titolo all’esposizione sono due specchi circolari colorati, che restituiscono, appunto, la sensazione di assistere a un’eclisse, ossia un fenomeno meraviglioso, ma che in certi casi non si può guardare senza rischiare di bruciarsi.
“Ci ha aiutato a creare un fil rouge di tutta la mostra – ha aggiunto Sara – perché rappresenta anche una riflessione sullo sguardo sulla pericolosità dell’osservare, anche come artiste”. “Noi lavoriamo con video, installazioni, collage, specchi – ha concluso Eleonora -. Abbiamo fatto una scelta abbastanza precisa di mettere tutto questo materiale della nostra ricerca e dare una nostra sintesi”. La mostra “Eclisse” resta aperta al Museo Novecento di Firenze fino al 30 maggio.