Letta: se leader Ue non risolvono immigrazione avremo 27 Brexit

Letta: se leader Ue non risolvono immigrazione avremo 27 Brexit
L'ex premier, Enrico Letta
28 gennaio 2019

L’Ue rischia di vedere in futuro altri 27 “exit” dopo la Brexit, se i leader europeisti continueranno a negare, minimizzare o considerare risolta la questione migratoria, e non metteranno al centro della loro azione politica delle soluzioni per questa crisi. Bisogna partire da un’iniziativa di un gruppo di paesi membri che riformi il sistema europeo dell’asilo, senza aspettare un’impossibile revisione del Regolamento di Dublino. Lo ha detto oggi a Bruxelles l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, oggi presidente dell’Istituto Jacques Delors.

L’ex premier ha parlato durante la presentazione della proposta del suo Istituto di dar vita a una “cooperazione rafforzata” di Stati membri per superare l’impasse attuale sulla riforma di Dublino. La proposta prevede che un gruppo di “paesi pionieri” traduca in atti concreti la solidarietà tante volte chiesta invano dall’Italia e dagli altri Stati membri “in prima linea” nel Mediterraneo, attuando sistematicamente fra tutti i partecipanti una redistribuzione automatica dei migranti sbarcati in quei paesi (un meccanismo simile a quello già chiesto dal Parlamento europeo).

“Il regolamento di Dublino – ha ricordato Letta – è la causa di buona parte dell’insufficiente capacità di reazione dell’Unione europea. Non lo si riesce a cambiare perché ci abbiamo provato tante volte anche durante il mio governo, ma l’unanimità non si riesce a scalfirla. Quindi, così come è stato fatto durante la crisi dell’euro, quando i trattati Ue esistenti sono stati superati attraverso la creazione di nuovi strumenti”, e in particolare, nel 2012, con l’iniziativa del presidente della Bce Mario Draghi, “la proposta che facciamo oggi – ha spiegato l’ex premier – è quella di costruire una cooperazione rafforzata, al di fuori dei trattati esistenti e quindi lasciando perdere Dublino, fra alcuni paesi che decidano che non si può più continuare così”.

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“Tra questi paesi – ha continuato Letta – dovrebbero esserci ovviamente tutti quelli di primo ingresso: è una proposta fatta apposta per aiutare Italia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta, tutti i paesi del Mediterraneo, cercando di creare un nuovo strumentario che renda possibile quella solidarietà che viceversa Dublino non ha reso possibile”. “Il messaggio politico di tutto questo – ha sottolineato l’ex premier – è che se non si capisce che la questione migratoria deve essere al centro dell’attenzione e del progetto politico dei leader europeisti, non ci si rende contro del rischio che corre l’Europa. Se la questione migratoria è solamente nella bocca di chi la usa per fare un discorso populista anti europeo, per renderla più drammatica di quello che è, e soprattutto per sfruttare le paure delle persone, noi rischieremo di avere altri 27 Brexit dopo la Gran Bretagna, e di distruggere l’Unione europea”.

Bisogna, insomma, “rendersi conto che le questioni migratorie hanno bisogno di cooperazione tra paesi, perché ogni paese lasciato da solo non è in grado di dare risposte. Quindi la cooperazione fra paesi europei è fondamentale; ma ci vuole una cooperazione che funzioni. Fino a oggi non ha funzionato, e il messaggio che qui vogliamo dare – ha insistito Letta – è che i leader europei ed europeisti devono affrontare questa questione a viso aperto e non devono lasciarla solo ai Salvini, Le Pen e Orban”, altrimenti “l’Europa si distruggerà”. E questo, ha concluso, “è oggi il tema centrale della campagna elettorale” per le elezioni europee di maggio. askanews

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