L’ex Pd Calenda si candida a sindaco di Roma. E ora chiede sostegno ai Dem

L’ex Pd Calenda si candida a sindaco di Roma. E ora chiede sostegno ai Dem
Carlo Calenda
19 ottobre 2020

Carlo Calenda si candida a sindaco di Roma. L’ex ministro dello Sviluppo economico ha scelto le telecamere di Rai Tre per ufficializzare la sua partecipazione alla corsa a primo cittadino della Capitale. “Un dovere e una grande avventura”, secondo l’eurodeputato eletto col Pd del quale però ha strappato la tessera l’indomani della sua elezione a Bruxelles. Ma a cui stesso Pd, ora però strizza l’occhio per ottenere il sostegno dei Dem. “Non posso parlare per il Pd – dice – partecipiamo a un tavolo che vede tutte le forze del centrosinistra. E auspico un appoggio largo, ne abbiamo bisogno per mettere a posto questa città. È un lavoro che non può fare una persona sola”. Non si appella soltanto alle forze politiche, il leader di Azione, ma a quelle “sociali, che sono tante, e lavorano nei territori anche quelli più lontani e dimenticati”. Sottolineando che proprio in questi territori “sono cresciute tante esperienze civiche che sono fondamentali per rimettere in moto la Capitale”.

Era nell’aria la candidatura di Calenda a sindaco di Roma. E non tanto per il dominio ‘calendasindaco.it’ che da giorni circola tra i media. I primi segnali, infatti, sono arrivati alcune settimane fa dai due schieramenti, andati in fibrillazione con le prime indiscrezioni di stampa. In altri termini, la candidatura dell’ex capo del Mise ha dato la sveglia al centrodestra e una scossa al centrosinistra, scatenando in particolare tensione tra Pd e M5s, divisi su tutto e soprattutto sulla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Di primarie, invece, manco a parlarne. Davanti le telecamere, Calenda archivia la pratica. “Credo che dobbiamo cercare di allargare il campo il più possibile – dribbla l’ex Dem -. E poi c’è un piccolo dettaglio, c’è un’emergenza sanitaria. Come pensiamo che la gente esca di casa”. Poi l’affondo: “Dalle primarie uscirono sconfitti Sassoli e Gentiloni, che ora il Pd vorrebbe candidati”. Come dire, “fare le primarie oggi è molto complicato, farle tra mesi vorrebbe dire parlare di noi per mesi”. Tuttavia, il “socialdemocratico liberale”, così si professa, è convinto che “il Pd dovrebbe appoggiare la mia candidatura se pensino sia la persona adatta a governare Roma”.

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E ricorda di essere andato in Emilia-Romagna a sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini, “nonostante tante cose mi dividono dal governatore”. Altro colpo basso: “Il Pd diceva mai con i Cinque Stelle e hanno cambiato idea, io sono ancora là”. Imperdibile l’occasione tv per sferrare un colpo all’attuale sindaco di Roma, definendo “gestione disastrosa” quella della Raggi. E non manca di certo la retorica. “La politica è diventato un grande scontro ideologico – aggiunge – una lotta tra tribù. Ma così cade tutto, cade l’attualità dell’azione amministrativa, della fiducia dello Stato. Poi arriva un’epidemia e ci si accorge dell’importanza dello Stato, che decide la vita delle persone. La politica è l’arte di governo, sennò è solo rumore di sottofondo…”. I renziani sarebbero pronti a sponsorizzare Calenda. In queste ore, un altro appoggio di “peso” è arrivato dall’ex premier, Enrico Letta. “Carlo Calenda candidato sindaco di Roma? Mi sembra una buona opzione, sarà poi Nicola Zingaretti a decidere”, sottolineando, tuttavia, di avere “molta fiducia in Zingaretti”. Un fatto è certo: ufficialmente è iniziata la corsa al Campidoglio.

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