Stato-mafia: processo d’appello a Mannino, Violante tra i testi

Stato-mafia: processo d’appello a Mannino, Violante tra i testi
L'ex ministro, Calogero Mannino
8 febbraio 2018

Massimo Ciancimino e Luciano Violante, la giornalista Sandra Amurri e Nicola Cristella, ex autista dell’ex capo del Dap Francesco Di Maggio, il pentito Giovanni Brusca e il mafioso Pino Lipari. Sono i sei testimoni che la prima sezione della Corte d’Appello di Palermo ha deciso di sentire nel processo di secondo grado contro Calogero Mannino, imputato della trattativa stato-mafia e assolto dal Gup Marina Petruzzella. La richiesta dell’accusa e’ stata accolta solo in parte, perche’ preliminarmente i sostituti procuratori generali Giuseppe Fici e Sergio Barbiera avevano chiesto di sollevare una eccezione di incostituzionalita’ per consentire la nuova audizione di una cinquantina di testimoni.  Il processo si svolge infatti col rito abbreviato, che si tiene allo stato degli atti: la legge stabilisce che la nuova audizione sia obbligatoria per l’eventuale ribaltamento della sentenza nel dibattimento, quando c’e’ l’appello del pubblico ministero in caso di assoluzione, ma il rito e’ completamente diverso.

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Le audizioni di Violante e degli altri sono state ritenute necessarie dalla pubblica accusa perche’ nella sentenza del Gup Petruzzella il loro contributo era stato ritenuto non attendibile o comunque poco utile a sostenere le ragioni della Procura. Massimo Ciancimino, in particolare, nel troncone principale del processo trattativa, e’ imputato anche di calunnia, oltre che di associazione mafiosa. Giovanni Brusca non aveva convinto affatto, cosi’ come la giornalista Amurri, che sosteneva di avere ascoltato un colloquio tra Mannino e l’ex democristiano Giuseppe Gargani, in cui l’ex ministro avrebbe detto che rischiava di essere fregato dalle indagini. Anche Violante avrebbe dimenticato molti fatti del periodo 92-93 in cui la mafia avrebbe attaccato lo stato con le bombe, trovando pezzi delle istituzioni disposti a trattare per far cessare la stagione stragista e per salvare la vita agli ex amici di cosa nostra, tra i quali, secondo la procura, c’era anche Mannino. Il processo e’ stato rinviato al 22 marzo.

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