Mafia, sequestrati beni al giudice Saguto e a amministratori giudiziari

Mafia, sequestrati beni al giudice Saguto e a amministratori giudiziari
20 ottobre 2016

La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha disposto in via d’urgenza, il sequestro preventivo a carico di Silvana Saguto, ex presidente della Sezione di misure di prevenzione di Palermo, indagata per la gestione definita anomala dei beni sequestrati, del ‘re’ degli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara, e, ancora, di Carmelo Provenzano, Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. Il sequestro e’ stato disposto in via d’urgenza “per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati”, spiega la procura di Caltanissetta. Il provvedimento e’ stato eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo in ordine a beni immobili e quote societarie considerati frutto dei reati di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio.

Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza per il pericolo concreto di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati. Il procedimento nasce da una inchiesta della Procura di Palermo sull’amministratore giudiziario Walter Virga, poi trasmessa a Caltanissetta visto il coinvolgimento della Saguto e del padre di Virga, Tommaso, altro magistrato palermitano. Le attività di intercettazione, successivamente disposte sulle utenze delle persone sottoposte ad indagini e nei locali della Nuova Sport Car spa, società amministrata da Virga, hanno svelato un sistema di corruzione che vedeva Saguto protagonista. II magistrato in cambio di regali, favori, come consulenze per il marito Lorenzo Caramma, aiuti ai figli, distribuiva incarichi ai professionisti del suo cerchio magico. Come Gaetano Cappellano Seminara e Carmelo Provenzano, ricercatore dell’università di Enna ricompensato dal giudice per avere fatto la tesi al figlio. L’inchiesta ha coinvolto anche altri due giudici della sezione che sono stati trasferiti. Mentre Saguto è stata sospesa dalle funzioni e dallo stipendio. Le accuse sono a vario titolo di corruzione, peculato, falso materiale e ideologico, abuso d’ufficio e truffa aggravata.

Gli associati, sfruttando le qualifiche soggettive e i ruoli ricoperti nell’ambito di procedure di prevenzione, e facendo perno sul sistema della gestione dei patrimoni in sequestro e sul procedimento di liquidazione dei compensi per le attività di amministrazione giudiziaria, erano riusciti a strutturare l’attività della Sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro secondo modelli organizzativi criminosi, e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri familistici e clientelari. Oltre centotrenta verbali di assunzioni di informazioni da persone informate sui fatti; decine di acquisizioni documentali, presso diversi uffici giudiziari siciliani, presso le Università di Palermo e di Enna, presso la Prefettura di Palermo e il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia; analizzati gli atti di oltre cinquanta procedure di prevenzione, spesso con i relativi provvedimenti di liquidazione. È enorme la mole degli atti della inchiesta dei pm nisseni sulla mala gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo che ha portato a indagare l’ex presidente Silvana Saguto. L’indagine, nata due anni fa, è sfociata oggi nel sequestro urgente dei beni del magistrato e di altri indagati per corruzione peculato e abuso d’ufficio. Settantanove i capi di imputazione a carico complessivamente di 20 indagati.

 

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