Cutrò, l’imprenditore distrutto dalla mafia: “I testimoni di giustizia sono vuoti a perdere”

Cutrò, l’imprenditore distrutto dalla mafia: “I testimoni di giustizia sono vuoti a perdere”
20 ottobre 2016

“A me non rimane nulla di quello che ho onestamente costruito insieme al mio defunto padre, mentre alla Commissione centrale e al viceministro Bubbico resta la convinzione di essere nel giusto. La verita’ e’ che i testimoni di giustizia sono vuoti a perdere”. E’ l’atto di accusa del testimone di giustizia Ignazio Cutro’, ex imprenditore di Bivona (Agrigento) sul lastrico dopo le denunce contro i suoi estorsori, e per il quale e’ stata decisa la revoca del programma di protezione. “Le perizie dello Viminale – ribadisce – attestano che il fallimento della mia azienda e’ dovuta al mancato sostegno del ministero dell’Interno dopo le mie denunce contro la mafia che hanno portato alla condanna dei mafiosi nel processo ‘Face-off'”.

E, ancora: “Un autorevole componente della Commissione centrale pochi giorni fa ha dichiarato che il contributo dei testimoni di giustizia e’ inferiore a quello dei collaboratori di giustizia e che alle istituzioni sono piu’ utili i secondi piuttosto che i cittadini onesti. E mentre l’antimafia sonnecchia, in casa mia si consuma in dramma familiare terribile”. Cutrò, 49 anni, ex imprenditore e vittima del racket dell’Agrigentino, si sente abbandonato dallo Stato e continua a ripetere: “Contro la mafia ho vinto, ma contro la burocrazia dello Stato mi sono arreso”. Parole forti animate anche da rabbia e delusioni. L’ultimo colpo, Cutrò, l’ha ricevuto qualche giorno fa, leggendo le prime righe della delibera della Commissione Centrale del Ministero dell’Interno con la quale gli è stato comunicata la fine “delle esigenze che avevano determinato le misure di protezione” nei suoi confronti e della sua famiglia. A questo punto va ricordato che grazie a Cutrò si è riusciti ad arrivare al processo “Face – Off” sulla mafia della Bassa Quisquina, facendo luce, secondo gli inquirenti, su una serie di intimidazioni poste in essere nei confronti di diversi imprenditori di Bivona (Agrigento), tra cui proprio Cutrò.“

 

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