Marò, al via il 22 ottobre le udienze della Corte dell’Aja

Marò, al via il 22 ottobre le udienze della Corte dell’Aja
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
10 settembre 2018

Nessuno ne parla piu’, ma l’odissea di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due maro’ accusati di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati nello stato indiano del Kerala il 15 febbraio 2012, non e’ ancora finita. L’ennesima puntata di una vicenda che tra lentezze burocratiche e scontri diplomatici si trascina da sei anni andra’ il scena il 22 ottobre, quando il Tribunale arbitrale ell’Aja terra’ la prima udienza per decidere chi, tra Italia e India, abbia la giurisdizione per giudicare i due fucilieri di marina all’epoca imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie in funzione anti-pirateria.

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Le udienze dureranno una settimana, ma per la sentenza i due maro’ – rientrati in Italia rispettivamente nel 2014 e nel 2016 dopo essere stati confinati nell’ambasciata italiana di New Delhi – dovranno attendere la primavera 2019. Intanto domani alle 11 il ministro della Difesa Elisabetta Trenta incontrera’ Latorre e Girone, come lei stessa ha annunciato ieri in un tweet. Era stato il parlamentare di Forza Italia Elio Vito, nei giorni scorsi, a sottolineare che “siamo alla vigilia di udienze decisive del Tribunale internazionale che decide la competenza sul caso” lamentando che nessun esponente del nuovo governo aveva ancora incontrato i maro’.

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La partita e’ ancora tutta da giocare, ma e’ difficile che i maro’ torneranno in India dopo gli anni di calvario che li hanno visti varcare le soglie di commissariati e tribunali, e perfino di un carcere, in varie citta’ del Kerala, da Kochi a Kollam, a Trivandrum e poi, poi dal 2013, a New Delhi, aspettando la fine di una vicenda trascinatasi oltre ogni logico limite e interrotta solo da qualche ‘licenza’. Nel 2014 Latorre e’ stato colpito da un ictus e aveva avuto l’autorizzazione dalle autorita’ indiane a tornare in Italia per curarsi. Nel 2016 anche Girone aveva ottenuto dalla Corte Suprema l’autorizzazione a trascorrere in Italia il periodo prima della sentenza della Corte per l’Arbitrato, con il parere decisivo del governo di New Delhi per “ragioni umanitarie”. Il 9 marzo scorso l’Italia aveva depositato l’ultima delle memorie, in totale tre italiane e due indiane, frutto di un anno e mezzo di lavoro, dopo le due sentenze favorevoli del 2016 che hanno permesso a Girone di rientrare in Italia e a Latorre di rimanervi in attesa della decisione arbitrale.

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