Mattarella: su balneari verso contenziosi anche con Ue

Mattarella: su balneari verso contenziosi anche con Ue
Sergio Mattarella
24 febbraio 2023

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato oggi il decreto Milleproroghe ma non ha fatto mancare i suoi rilievi ad un provvedimento pieno di norme le une diverse dalle altre e che genera confusione. Attraverso una lettera contestuale alla promulgazione e inviata al presidente del Senato Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni Mattarella esprime riserve sul merito e sul metodo del provvedimento chiarendo che ha deciso comunque di promulgarlo per non far saltare tutti i provvedimenti contenuti, cosa che avrebbe creato innumerevoli problemi anche a causa della retroattività. Il capo dello Stato sottolinea però – per quanto riguarda soprattutto il tema dei balneari e delle concessioni demaniali in generale – la necessità ineludibile di “ulteriori iniziative di governo e Parlamento” per correggere le norme che in ogni caso si presterebbero a contenziosi e probabili impugnazioni con l’Ue, il Consiglio di Stato, enti locali.

Insomma, oltre a contrastare con le definitive sentenze del Consiglio di Stato sulla messa sul mercato delle concessioni balneari dal prossimo anno, le norme sono difformi dal diritto dell’Unione europea, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo Mattarella “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive” delle norme approvate nel decreto Milleproroghe in materia di concessioni demaniali “accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento”. Sarà infatti necessario – prosegue – “assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito”.

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Mattarella si sofferma anche (come i suoi predecessori per altro) sull’abuso che viene fatto della decretazione d’urgenza e sulle norme disomogenee contenute nel provvedimento attendendosi una inversione di tendenza come assicurato dal Presidente del Consiglio recentemente. “Ho apprezzato l’iniziativa che il Presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i Presidenti delle Camere, sottolineando l’abuso della decretazione d’urgenza e la circostanza che i decreti-legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso il quale i Governi esercitano l’iniziativa legislativa”, spiega Mattarella che continua: “Come ha osservato il Presidente del Consiglio un’inversione di tendenza potrà aversi con il recupero di un’adeguata capacità di programmazione legislativa da parte del Governo e di una corrispondente attitudine del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragionevoli dei disegni di legge ordinaria”.

“Rispetto a questa iniziativa del Governo – scrive ancora il capo dello Stato – auspico piena collaborazione istituzionale e invito tutte le forze politiche a valutarla con senso di responsabilità.
Nel rimettermi alle determinazioni che il Parlamento e il Governo intenderanno assumere a questo riguardo, nella loro autonomia costituzionalmente garantita, mi limito a osservare come sia ormai evidente il carattere frammentario, confuso e precario della normativa prodotta attraverso gli emendamenti ai decreti-legge e come questa produca difficoltà interpretative e applicative. Tutto ciò acuisce i problemi e allunga i tempi dell’attività dell’amministrazione, disorientando amministratori, cittadini e imprese”.

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Di fatto Mattarella si trovato quasi costretto a promulgare il decreto. “L’esame della legge di conversione del decreto-legge in questione” ha fatto “emergere molteplici profili critici, dei quali il più evidente è rappresentato dai ricordati emendamenti relativi alle concessioni demaniali, che potrebbero giustificare l’esercizio della facoltà attribuitami dall’articolo 74 della Costituzione. Sono tuttavia consapevole – rileva – della delicatezza, sotto il profilo costituzionale, del rinvio alle Camere esercitato nei confronti di una legge di conversione di un decreto-legge, a pochi giorni dalla sua scadenza: farebbe, inevitabilmente, venir meno, con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene, determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme”. “Ho inoltre considerato” come ci sia una iniziativa assunta dal Governo “rivolta a ricondurre la decretazione d’urgenza entro i limiti costituzionali e a favorire una valutazione più rigorosa degli emendamenti. Ho ritenuto, quindi, di promulgare la legge di conversione in questione”.

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