Meloni stoppa salario minimo, proposta più ampia entro Legge di Bilancio

Meloni stoppa salario minimo, proposta più ampia entro Legge di Bilancio
12 agosto 2023

Si allontana il salario minimo per legge in Italia. La Premier Giorgia Meloni, ricevendo le opposizioni, mette in chiaro la cornice entro la quale intende affrontare la questione dei salari bassi e del lavoro povero: “punto ad una proposta estremamente ampia”, che va oltre quindi il salario minimo, perché la questione “va affrontata nella sua complessità”, tenendo sempre presente che la strada da seguire è quella della “crescita dell’economia”, ribadisce dopo il video postato due giorni fa. E’ terminato dopo poco più di due ore l’incontro nella sala Verde di Palazzo Chigi, la riunione, presieduta dalla premier Giorgia Meloni, è iniziata ieri verso le ore 17 ed è finita alle 19,10.

La Premier dice che non chiude la porta al dialogo nei confronti delle minoranze e proponendo al tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi di coinvolgere il Cnel guidato da Renato Brunetta, spiega di attendersi un esito “entro 60 giorni, prima dell’avvio della legge di bilancio”. “Se pensiamo di dare una risposta semplice a un tema complesso rischiamo di creare più danni di quelli che vogliamo risolvere”, è il ragionamento.

 

All’accusa delle opposizioni di non aver presentato una proposta strutturata del governo, Meloni risponde: “se mi fossi presentata con una contro-proposta strutturata del governo si sarebbe detto che non volevo consentire alle opposizioni di fare la loro, così come quando ho proposto di voler fare il confronto con il Cnel sono stata accusata di voler far ritirare la proposta delle opposizioni. Quello che voglio fare io è semplicemente dare un segnale di attenzione e di rispetto su un tema che mi sta a cuore”. Resta il fatto che una posizione univoca sul tema all’interno della maggioranza ancora non c’è e il rinvio della questione consente al governo di provare a trovare una sintesi.

 

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“Siamo aperti al confronto sulla materia del lavoro povero e su salari adeguati”, sostiene Meloni, per svolgere “un lavoro da fare insieme e da completare in 60 giorni per capire se c’è un margine per condividere tra le forze politiche e con le parti sociali soluzioni che possano essere efficaci per favorire il lavoro, un lavoro giusto pagato adeguatamente” perché la difesa del “potere d’acquisto delle famiglie – ha puntualizzato – è una delle nostre assolute priorità”.

 

 

 

Tajani: non per legge

“Due ore di battito sul tema del salario e sappiamo bene che in Italia ci sono troppi cittadini che hanno un salario povero – ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani -. Volevamo ascoltare le proposte delle opposizioni per vedere se si poteva trovare una posizione comune. Abbiamo dato disponibilità al confronto con una proposta di chiedere al Cnel di fare uno studio approfondito sulla questione. Ci sono posizioni diverse. Noi di Fi e centrodestra riteninamo che il modo migliore per fissare il salario minimo non per è legge ma per contrattazione collettiva. Il Cnel può fare uno studio ascoltando tutte le parti del mondo del lavoro. Il dibattito è aperto. Si possono trovare punti di incontri sull’intera materia complessa come quella del salario”.

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Calenda: nessuno ha sbattuto la porta

L’incontro sul salario minimo a Palazzo Chigi è stato “ancora interlocutorio ma nessuno ha sbattuto la porta”. Quindi “sono soddisfatto”. Così il leader di Azione Carlo Calenda, uscendo dalla riunione. “Noi abbiamo detto che continueremo a fare una battaglia sul salario minimo con la raccolta delle firme” e la Premier Giorgia Meloni ha proposto “di avere un dialogo su un intervento più ampio su tutta la questione dei salari bassi dentro il quale non c’è un pregiudizio a discutere anche di salario minimo”, ha sottolineato.

“Giorgia Meloni vuole affrontare tutte le questioni del lavoro e dei salari con la manovra finanziaria e invita le opposizioni a continuare il confronto con il supporto del Cnel, senza levare pregiudizialmente dal tavolo la questione del salario minimo. Andremo avanti con la nostra battaglia su salario minimo ma non ci sottrarremo al confronto. Per una volta si parla di numeri, contratti e dati e non di slogan e altro rumore inutile. È solo un primo passo e l`esito non è affatto scontato. Ma è un passo. Nessuno si è sbattuto la porta in faccia. Partiamo da qui”, conclude Calenda.

 

Schlein: da governo nessuna risposta

 

“Siamo venuti qua aspettandoci delle novità dal governo” ma “purtroppo non è arrivata nessuna risposta e nessuna proposta alternativa”. Lo ha detto la segretaria dem Elly Schlein uscendo da Palazzo Chigi al termine dell’incontro col governo sul salario minimo. “Non ci hanno affatto convinto” ha aggiunto “noi abbiamo risposto a tutti i dubbi e chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine di supportare la nostra proposta”. “Non sono arrivate le proposte che ci aspettavamo per cui continueremo a insistere”.

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