Meloni-Trump, verso il summit a Roma: la partita dei dazi si gioca entro giugno
L’Uein attesa dopo il faccia a faccia alla Casa Bianca. Decisivo il possibile summit a Roma prima del vertice Nato
di Redazione Esteri
Giorgia Meloni e Donald Trump
L’incontro tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca ha suscitato reazioni misurate dall’Unione Europea, che ha adottato una strategia di prudenza e basso profilo. Secondo fonti della Commissione, Ursula von der Leyen ha avuto una “buona telefonata” con Meloni per discutere gli esiti del colloquio, valutando “positivamente” l’incontro in linea con quanto concordato tra le due leader.
Tuttavia, al di là della comunicazione ufficiale e della teatralità dell’evento, i risultati concreti rimangono incerti, con diverse note problematiche per Bruxelles. Sul piano politico, Trump ha accettato l’invito di Meloni a visitare Roma “nel prossimo futuro”, ma la possibilità di un confronto con i vertici europei in quell’occasione resta solo una “valutazione” da fare.
Corsa contro il tempo: 90 giorni per un accordo
Il sottosegretario Fazzolari ha rivelato che l’obiettivo italiano sarebbe organizzare un vertice prima del summit NATO di L’Aja, in programma dal 24 al 26 giugno. La Commissione e alcuni Stati membri nutrono però perplessità sulla scelta di Roma come sede dell’incontro, preferendo Bruxelles come location più appropriata.
“Ci sarà al 100% un accordo sui dazi con l’Unione Europea”, ha affermato Trump nelle dichiarazioni alla stampa, pur ribadendo la sua posizione: “I dazi ci stanno arricchendo, stavamo perdendo tanti soldi con Biden, miliardi di dollari sul commercio, adesso la marea è cambiata”.
Tensioni su Big Tech e tassazione digitale
La dichiarazione congiunta rilasciata dopo l’incontro presenta elementi critici per l’UE. I due leader si impegnano a “collaborare per garantire che il commercio tra Stati Uniti ed Europa sia reciprocamente vantaggioso ed equo”, ma sollevano questioni sulla tassazione dei colossi tecnologici, tema su cui Bruxelles mantiene alta l’attenzione.
“Sottolineiamo l’importanza delle tecnologie dell’informazione per favorire la libera impresa oltre Atlantico. Abbiamo concordato sulla necessità di un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali”, si legge nel comunicato. Resta ambiguo cosa significhi “ambiente non discriminatorio” per Trump, che considera discriminatorie sia l’IVA europea che le regolamentazioni UE sui mercati digitali.
Ucraina: il nodo del cessate il fuoco
Sul conflitto ucraino, la dichiarazione congiunta afferma che “la guerra in Ucraina deve finire” e sostiene “pienamente la leadership del presidente Trump nell’intermediazione di un cessate il fuoco”. Una posizione che potrebbe non vedere allineati molti partner europei, considerando il diverso atteggiamento di Trump verso Zelensky (“Non sono un suo fan”) e Putin (“Mi ha detto che con me presidente la guerra non sarebbe mai iniziata”).
Giugno, mese decisivo per i rapporti transatlantici
Sebbene non venga esplicitamente menzionata la Cina, il comunicato sottolinea che “Stati Uniti e Italia riconoscono la necessità di proteggere le nostre infrastrutture e tecnologie nazionali critiche e sensibili”, impegnandosi a “utilizzare solo fornitori affidabili in queste reti”.
Resta da vedere se la “special relationship” rivendicata da Meloni produrrà effetti positivi nelle relazioni Washington-Bruxelles. Con 90 giorni di tempo prima dell’applicazione dei nuovi dazi, e con il vertice NATO di giugno all’orizzonte, si apre ora la fase di un vero negoziato tra le parti. L’appuntamento di giugno rappresenterà il banco di prova decisivo per verificare l’efficacia della mediazione italiana e il futuro delle relazioni economiche transatlantiche.