Missile russo sconfina in Moldavia, Romania nega e crisi rientra

Missile russo sconfina in Moldavia, Romania nega e crisi rientra
11 febbraio 2023

La Moldova conferma che un missile russo ha sorvolato il suo territorio, mentre la Romania smentisce, precisando che è passato a 35 chilometri dal suo confine: sembra così ricomposta la possibile crisi che avrebbe chiamato in causa un Paese Nato – in questo caso la Romania – e quindi l’eventualità di considerare l’attivazione dell’articolo 5 del Trattato Nato. E’ la seconda volta che un potenziale ‘sconfinamento’ russo fa scattare l’allarme dopo la vicenda del missile precipitato lo scorso novembre in Polonia, che è stato poi riconosciuto come ucraino. Oggi una nuova raffica di testate lanciate dalle forze russe su diverse parti dell’Ucraina è stata definita dal presidente ucraino Volodymy Zelensky “una sfida alla Nato”, sottolineando che alcuni “hanno attraversato lo spazio aereo della Moldova e della Romania”.

Secondo Kiev, 61 dei 71 missili da crociera lanciati dalla Russia entro le ore 12.30 italiane sono stati intercettati e distrutti. La nuova pioggia di missili russi è arrivata all’indomani della missione europea di Zelensky, che nelle capitali britannica e francese si è concentrato sulle forniture di armi richieste agli alleati, mentre a Bruxelles si è concentrato su valori e ideali europei che Kiev chiede di condividere da candidato formale all’adesione all’Ue. Oggi il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha nuovamente esortato i Paesi occidentali a inviare missili a lungo raggio e aerei da combattimento, “altrimenti il genocidio non può essere fermato”.

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E il ministero della Difesa ucraino ha reso noto che il governo ha presentato ufficialmente una richiesta di fornitura di caccia F-16 all’Olanda, rilanciando sull’argomento da alcuni giorni oggetto di pressioni da parte ucraina e di promesse e anche indugi da parte occidentale. “Una eventuale decisione di fornire aerei da combattimento all’Ucraina deve venire dalla Nato”, ha detto Mateusz Morawiecki, primo ministro del Paese in prima linea nella promozione del sostegno militare all’Ucraina. Stessa linea dall’Italia, ribadita da Bruxelles dalla premier Meloni. 

L’articolo 5 della Nato sancisce che un attacco armato contro un singolo Paese membro “verrà considerato un attacco contro tutti” i partecipanti all’alleanza. E la parabola dei due missili lanciati probabilmente da una nave in prossimità della Crimea ricorda che basta poco per arrivare sull’orlo dell’estensione del conflitto. Ad allontanare il rischio è stata oggi Bucarest, facendo sapere che “il sistema di sorveglianza dell’aeronautica rumena ha rilevato oggi un bersaglio aereo, molto probabilmente un missile da crociera lanciato da una nave russa nel Mar Nero vicino alla penisola di Crimea. La distanza massima dalla traiettoria del bersaglio allo spazio aereo rumeno è stata registrata dal radar a circa 35 km a Nord-est del confine”, quindi fuori dal confine del Paese, membro Nato. 

La Moldova invece ha confermato che un missile ha sorvolato il suo territorio – precisamente quello della repubblica separatista di Transnistria e della provincia di Soroca – e ha poi convocato l’ambasciatore russo a Chisinau, Oleg Vasnetsov, per “segnalare l’inaccettabile violazione del nostro spazio aereo con un missile russo che sorvola il territorio sovrano della Moldova”. Ieri Zelensky ha parlato di un piano russo per destabilizzare la Moldova, liquidato come inesistente oggi dal portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov.

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