Moavero: “Aspettiamo la rapida liberazione di Silvia”

Moavero: “Aspettiamo la rapida liberazione di Silvia”
Silvia Romano
4 dicembre 2018

L’Italia attende una “rapida liberazione” di Silvia Costanza Romano, la volontaria milanese rapita in Kenya, e per questo conferma la “forte aspettativa nel massimo e solerte impegno” di Nairobi per arrivare presto a una soluzione positiva della vicenda che, gia’ da due settimane, tiene il Paese con il fiato sospeso. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha ricevuto alla Farnesina il vicepresidente della Repubblica kenyana, William Ruto, per ringraziarlo per quanto stanno facendo le autorita’ locali per le ricerche della ragazza, e per sottolineargli “quanto l’Italia tenga all’attenta tutela della sua incolumita’”.

“L’Italia e’ in apprensione per la sua connazionale Silvia”, ha ribadito anche il vicepremier Luigi Di Maio, che ha incontrato a sua volta il vicepresidente Ruto. “Abbiamo entrambi raccomandato la massima prudenza e discrezione affinche’ tutto vada a buon fine”, ha aggiunto. Da alcuni giorni, la sorte della 23enne, rapita da un gruppo di uomini armati a Chakama, un villaggio a circa 70km a ovest di Malindi, sembra infatti ripiombata nell’assoluto riserbo. La settimana scorsa alcuni annunci erano apparsi ottimistici su una “imminente” liberazione, poi di nuovo il silenzio. La pista iniziale sembrava essere quella della criminalita’, di un rapimento a scopo di riscatto, che ha forse poi preso una piega non prevista dagli stessi sequestratori.

I rapitori avrebbero infatti chiesto soldi alla stessa Silvia negli attimi cruciali dell’aggressione, ma di fronte alla sua impossibilita’ di pagare nell’immediato avrebbero deciso di portarla via. La banda avrebbe poi commesso degli errori grossolani, lasciando tracce dietro di se’ mentre avanzava nella foresta con l’ostaggio. Nell’ambito delle indagini sono presto scattati i primi arresti, mentre la polizia e’ arrivata a offrire una taglia di circa 8.600 euro a chi avesse fornito ulteriori informazioni sulla banda. Il timore piu’ grande e’ che la volontaria – che lavora per la onlus Africa Milele a favore dell’infanzia – possa passare di mano ed essere venduta a bande piu’ organizzate in territori pericolosi, infestati dai terroristi al Shabaab della vicina Somalia.

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