2.500 risparmiatori parti civili

2.500 risparmiatori parti civili
6 aprile 2017

Oltre 2.500 risparmiatori che avevano investito in azioni Mps entro il 6 febbraio 2013 sono state ammesse come parti civili nel processo milanese a carico degli ex vertici dell’istituto di credito toscano. Persone che si ritengono danneggiate dalle operazioni finanziarie realizzate dalla banca nel quinquennio compreso tra il 2008 e 2012 e che ora, alla luce della decisione del Tribunale di Milano di ammetterle tra le parti civili a processo, potranno pretendere un risarcimento del danno in caso di condanna degli imputati. I giudici della Seconda Sezione Penale hanno invece respinto le richieste di costituzione di parte civile di circa 500 risparmiatori titolari di azioni di Rocca Salimbeni acquistate dopo il 6 febbraio 2013. Anche Banca Mps (uscita dal procedimento dopo aver patteggiato la pena con il pagamento di una sanzione pecuniaria da 600 mila euro e la confisca di 10 milioni di euro) aveva chiesto di essere ammessa tra le parti civili, ma l’istanza è stata respinta.

Le parti civili ammesse al processo sono Consob, Bankitalia, Confconsumatori, Federconsumatori, Codacons e Fondazione Mps. Quelle escluse, insieme a Banca Mps e ai circa 500 risparmiatori, sono Adusbef, Movimento Consumatori, Unione Nazionale Consumatori e la sezione toscana di Federcosumatori. Nel mirino dei pm milanesi Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio sono finiti i derivati “Santorini” e “Alexandria”, il prestito ibrido “Fresh” e l’operazione di cartolarizzazione immobiliare “Chianti Classico”.Tredici, in tutto, gli imputati: 5 ex manager di Mps (l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e l’ex responsabile Alm Marco Di Santo), 6 ex dirigenti della filiale londinese di Deutsche Bank (Ivor Dunbar, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi, Matteo Vaghi e Marco Veroni) e due ex manager di Nomura (l’ex ceo Sadeq Sayeed e l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio Oriente Raffaele Ricci). Tutti accusati a vario titolo di falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza di Consob e Bankitalia e falso in prospetto. L’elenco degli imputati si chiude con due istituto di credito, Nomura e Deutsche Bank, finite sotto processo per effetto della legge 231 sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi dai propri dirigenti.

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