Negoziato Ucraina, Tajani frena le speranze: “Soluzione improbabile prima di fine anno”

Il ministro degli Esteri gela le attese su una rapida pace, indicando la fermezza di Putin e sottolineando l’importanza del sostegno a Kiev in vista dell’imminente Conferenza per la Ricostruzione.

Tajani

Antonio Tajani

La speranza di una rapida fine del conflitto in Ucraina si scontra con la dura realtà. Dal palco del Forum in Masseria, a Manduria, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha gelato le attese: “Credo che prima della fine dell’anno sia molto difficile arrivare a una soluzione”. Una dichiarazione che dipinge un quadro complesso e che evidenzia la distanza abissale tra le posizioni delle parti in causa.

La trattativa con la Russia, ha spiegato Tajani, è “molto complicata”. Il motivo è chiaro: il presidente russo Vladimir Putin “non vuole cessare il fuoco, vuole la stabilizzazione completa della situazione, certamente non vuole Zelensky al governo, vuole la tutela delle minoranze russe e vuole occupare spazi di territorio che ha già occupato”. Un elenco di pretese che rende ogni dialogo estremamente arduo, con un Cremlino che non sembra disposto a concessioni significative.

Putin, Trump e l’Incognita Sanzioni

Il ruolo dei mediatori internazionali non è meno intricato. Donald Trump, ha osservato Tajani, “gioca spingendo uno e l’altro a essere più arrendevoli ma mi pare che Putin non è un interlocutore così facile”. L’esperienza dell’ex capo del KGB, un “uomo che non è facilmente condizionabile”, rende ogni tentativo di persuasione una vera e propria sfida. Tuttavia, il ministro ha sottolineato il rischio che Putin corre: “rischia l’isolamento, rischia nuove sanzioni”. Proprio su questo fronte, Tajani ha lanciato un monito: le sanzioni “se vanno a colpire la finanza russa, cioè gli impediscono di spendere molto per pagare il suo esercito, allora quello sì che potrebbe arrecare un danno alla strategia” di Mosca. Una chiara indicazione su dove dovrebbero focalizzarsi gli sforzi per massimizzare l’efficacia delle misure restrittive.

La Forgia della Pace: Sostenere Kiev per un Futuro Accordo

Nonostante le difficoltà negoziali, la posizione italiana rimane ferma: è imprescindibile continuare a sostenere l’Ucraina. “Più è forte l’Ucraina, più è facile poi arrivare ad un accordo”, ha ribadito Tajani, rispondendo alle domande di Bruno Vespa. L’aiuto fornito da Stati Uniti e alleati ha già impedito all’esercito russo di occupare territori ben più vasti, dimostrando l’efficacia del supporto. “Dobbiamo continuare a sostenerla politicamente, militarmente, economicamente”, ha enfatizzato il ministro, delineando una strategia che mira a rafforzare la posizione negoziale di Kiev sul campo di battaglia.

Roma Cuore della Ricostruzione: La URC 2025 al Via

In questo scenario complesso, l’Italia si prepara a ospitare un evento di portata globale che rappresenta un segnale di speranza e di impegno concreto per il futuro dell’Ucraina. Questa settimana, giovedì 10 e venerdì 11 luglio, si terrà a Roma la Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 (URC2025). Un “grande evento mondiale” che vedrà la partecipazione di cento governi, imprese pubbliche e private.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprirà i lavori il 10 luglio alle 11, alla “Nuvola” dell’Eur, dove sono attesi oltre 90 paesi e 80 tra capi di stato e di governo, inclusi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che si collegheranno in videoconferenza per il vertice dei “volenterosi” convocato da Emmanuel Macron e Keir Starmer. Presenti anche i rappresentanti di duemila aziende.

Tajani, che chiuderà i lavori della conferenza venerdì, ha definito l’URC 2025 come “la più grande iniziativa politica dell’anno dedicata alla ripresa e alla ricostruzione dell’Ucraina”. L’obiettivo è chiaro: assumere “impegni concreti nelle quattro dimensioni su cui abbiamo lavorato in questi mesi: settore privato, riforme, comunità locali, capitale umano”.

L’evento mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, mobilitare sostegno e investimenti internazionali per la ripresa, la ricostruzione, le riforme e la modernizzazione dell’Ucraina, illustrando i progressi delle riforme ucraine nel contesto della sua resilienza economica e del processo di adesione all’UE. La URC 2025 darà continuità al lavoro avviato nei precedenti appuntamenti di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024), con l’aggiunta di un Recovery Forum per favorire il dialogo e una Fiera imprenditoriale per stimolare nuove collaborazioni e opportunità concrete nella ricostruzione. Un segnale forte alla Russia che la ricostruzione, lungi dall’attendere la fine delle ostilità, è già in atto, dalla rete elettrica alle infrastrutture distrutte.