Nell’antica Ercolano differenze culinarie tra uomini e donne

Nell’antica Ercolano differenze culinarie tra uomini e donne
27 agosto 2021

Nell’antica città di Ercolano gli uomini mangiavano più pesce e le donne più prodotti animali evidenziando chiare differenze tra i due sessi sulle abitudini alimentari degli antichi romani. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances, guidato dalla dottoressa Silvia Soncin e dal professor Oliver Craig, desunto dall’applicazione di un’innovativa analisi sui resti umani della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Il lavoro, svoltosi presso l’università di York, UK, vede la collaborazione, tra gli altri, del Parco archeologico di Ercolano, il Parco archeologico di Pompei e il Museo delle Civiltà di Roma. A partire dagli anni Ottanta, furono scavati 340 individui nei fornici che si affacciano sull’antica spiaggia di Ercolano, dove si cercò rifugio nel tentativo di sfuggire alla morte. Questo studio analizza 17 di questi resti attraverso l’analisi degli isotopi stabili del carbonio e dell’azoto degli amminoacidi che compongono il collagene osseo al fine di ricostruirne la dieta con grande precisione.

“Dalle fonti storiche si recepisce che spesso vi fosse un accesso differenziato alle derrate alimentari tra uomini e donne, ma raramente – sottolinea Craig – vengono forniti dati quantitativi ed evidenze dirette. L’analisi degli amminoacidi ha permesso di quantificare tali differenze e di riflettere sulle cause”. Essenziale per la riuscita dell’analisi è stato anche un nuovo campionamento di resti botanici da Ercolano, cereali e legumi prelevati lo scorso settembre dalla dottoressa Soncin presso i magazzini del Parco archeologico. I risultati isotopici ottenuti dai cereali, insieme a quelli del collagene di specie animali e marine, sono stati utilizzati per il confronto con i valori determinanti per gli umani. Questo approccio ha permesso di evidenziare chiare differenze tra uomini e donne nel consumo di pesce e prodotti animali. In particolare, si è visto che gli uomini ad Ercolano ottenevano circa il doppio delle proteine dai prodotti della pesca di quante ne ottenevano le donne. Le donne, al contrario, consumavano in proporzione più prodotti animali rispetto agli uomini.

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I dati dietetici, in termini sia di proteine che di calorie, ottenuti grazie a questo approccio bioarcheologico sono stati poi confrontati con quelli di popolazioni contemporanee, e, in proporzione, il consumo di pesce ad Ercolano è risultato essere molto più alto di quello degli abitanti del Mediterraneo della seconda metà dello scorso secolo. “Gli uomini erano più probabilmente maggiormente impegnati nella pesca e – ha sottolineato Silvia Soncin – in altre attività marittime, generalmente occupavano posizioni più privilegiate nella società, e venivano liberati dalla schiavitù in età più giovane rispetto alle donne. Tutti questi fattori probabilmente facilitavano il loro accesso a prodotti alimentari più costosi, come il pesce fresco”.

“La dieta seguita dagli antichi abitanti di Ercolano – ha spiegato il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel – non ci racconta solo delle abitudini alimentari ma ci mette anche di fronte a una società organizzata secondo canoni assai diversi da quella odierna. Un mondo dove l’accesso abitudinario a determinati alimenti dipendeva non dalla fame o dalla possibilità di acquisto, ma da fattori culturali: il genere, la condizione sociale, la provenienza geografica dei componenti della comunità locale. Ercolano si conferma un laboratorio unico per l’avanzamento della conoscenza non solo guardando al passato ma anche e soprattutto al futuro e alle mille possibilità di innovazione e di miglioramento della qualità della vita che possono derivare dall’attivazione degli insegnamenti della storia, piuttosto che dalla semplice raccolta di dati”.

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