Nomine al comune di Roma, la Raggi ha mentito all’Anticorruzione. Ora la sindaca rischia processo per falso

28 settembre 2017

La Procura di Roma ha chiesto il processo per Virginia Raggi in relazione alla nomina (poi revocata) di Renato Marra (fratello dell’ex braccio destro della sindaca Raffaele Marra), da vicecapo della polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidoglio. Alla prima cittadina il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio contestano il reato di falso (documentale) senza piu’ l’aggravante prevista dall’articolo 61 n.2 del codice penale, quella di aver commesso il reato per eseguirne o occultarne un altro (cioe’ quello di abuso d’ufficio, per il quale c’e’ gia’ una richiesta di archiviazione). Il reato di falso, secondo quanto ricostruito dai magistrati di piazzale Clodio, si sostanzia nella nota n.38506 del 6 dicembre 2016 che Virginia Raggi indirizzo’ alla Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza di Roma Capitale (Mariarosa Turchi) affermando, contrariamente al vero, che il ruolo di Raffaele Marra (all’epoca capo del Personale), in relazione alla procedura per la nomina del fratello Renato, era stato di ‘mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da lei assunte senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazioni e decisionali e con compiti di mero carattere compilativo”. La stessa Procura, invece, ha chiesto di archiviare la posizione di Virginia Raggi e di Salvatore Romeo, indagati per concorso in abuso d’ufficio, in relazione alla nomina di quest’ultimo quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110mila euro, poi ridotti a 93mila a seguito dei rilievi Anac.

Una nomina che a parere del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall’Olio resta illegittima perche’ e’ stata seguita una procedura sbagliata ma a carico della sindaca non e’ stato ravvisato l’elemento psicologico del reato e cioe’ il dolo. La stipula di una serie di polizze, nelle quali Romeo aveva indicato la sindaca quale beneficiaria in caso di morte del titolare, non e’ stata valutata come elemento di reato ma per gli investigatori la scelta di Romeo come capo della segreteria politica della sindaca, si potrebbe spiegare anche con l’esistenza di un rapporto di amicizia e di vicinanza politica che legava i due, militanti dei Cinque Stelle della prima ora. Per la nomina di Renato Marra, la Procura ha anche chiesto il giudizio per abuso d’ufficio per Raffaele Marra, attualmente sotto processo per corruzione in concorso con l’imprenditore Sergio Scarpellini e ormai fuori dall’amministrazione comunale a seguito di ‘sue dimissioni irrevocabili’: trattandosi della pratica che riguardava il fratello, Raffaele – secondo gli inquirenti – si sarebbe dovuto astenere e invece si attivo’ procurando al suo congiunto “un ingiusto vantaggio patrimoniale” costituito sia dalla “illegittimita’ della nomina e sia dall’attribuzione di una fascia retributiva superiore a quella posseduta”. Virginia Raggi, tuttavia, è “convinta che presto sara’ fatta chiarezza anche sull’accusa di falso ideologico”. “Abbiamo sempre avuto grande fiducia nella magistratura – ha aggiunto il sindaco di Roam – e continueremo ad averne”.

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INCHIESTA LAMPO

E’ stata un'”inchiesta-lampo”, durata poco piu’ di 8 mesi, quella della Procura di Roma sulla sindaca Virginia Raggi e sulle procedure seguite per portare avanti una serie di nomine molto contestate a livello politico.  Queste le tappe principali di una vicenda giudiziaria che approdera’ al vaglio del gup nei prossimi mesi.

– 9 gennaio 2017: la sindaca viene iscritta sul registro degli indagati della Procura per le nomine di Renato Marra, fratello dell’allora braccio destro Raffaele, da vicecapo della polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidoglio, e di Salvatore Romeo, quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110mila euro, poi ridotti a 93mila a seguito dei rilievi Anac. Per il caso Marra,Virginia Raggi e’ indagata per falso e abuso d’ufficio (in concorso con Raffaele Marra) mentre per l’altra vicenda solo dell’abuso d’ufficio in concorso con Romeo.

– 2 febbraio 2017: interrogatorio fiume presso il Polo Tuscolano della Polizia di Stato per la sindaca che, raggiunta da un invito a comparire a fine gennaio, respinge ogni accusa.

– 8 febbraio 2017: tocca a Romeo, in un interrogatorio che si concludera’ in Procura a notte fonda, rispondere alle domande dei pm che, tra l’altro, vogliono approfondire la questione di alcune polizze vita da lui stipulate nel 2016 con l’indicazione di numerosi beneficiari, tra i quali figura la stessa Raggi ben prima che fosse eletta sindaca.

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– 14 febbraio 2017: Raffaele Marra non vuole sottoporsi a interrogatorio. Dira’ la sua solo a indagine conclusa.

– 20 giugno 2017: il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio depositano gli atti (passo che solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio) nei confronti della sindaca per il reato di falso in relazione alla nomina di Marra e per abuso d’ufficio per quella di Romeo. Viene chiesta l’archiviazione per l’abuso d’ufficio riferito alla nomina di Marra.

– 13 luglio 2017: Virginia Raggi si sottopone all’interrogatorio dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini e ribadisce al pm Dall’Olio di aver agito con correttezza.

– 28 settembre 2017: la Procura chiede il rinvio a giudizio della sindaca per falso riguardo al caso Marra e ne sollecita l’archiviazione per la questione Romeo.

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