Nuova frontiera nella cura del tumore al polmone, approvata in Italia la prima terapia adiuvante molecolare
Dopo l’approvazione dell’FDA negli Stati Uniti e dell’EMA in Europa, anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha dato il via libera alla rimborsabilità di alectinib, la prima terapia a bersaglio molecolare approvata come trattamento adiuvante dopo la rimozione chirurgica in pazienti adulti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) ALK-positivo. Si tratta di una svolta significativa per una forma rara di tumore che colpisce soprattutto pazienti più giovani e non fumatori, nei quali un riarrangiamento del gene ALK determina una proliferazione incontrollata delle cellule tumorali.
Terapia mirata e nuove prospettive
Alectinib, sviluppato da Roche, rappresenta una nuova arma terapeutica che consente di ridurre sensibilmente il rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico, offrendo una risposta mirata e personalizzata per questa specifica sottopopolazione di pazienti. La decisione di AIFA si basa sui risultati dello studio clinico di fase III ALINA, che ha dimostrato una riduzione del rischio di recidiva o decesso pari al 76% rispetto allo standard di cura attuale.
“La ricerca ha sempre investito molto nella malattia in stadio precoce radicalmente operata, proprio perché nei casi di tumore polmonare la ricaduta di malattia, che varia da stadio a stadio, globalmente è nell’ordine del 40% – ha detto Silvia Novello, professoressa ordinaria di oncologia medica all’Università degli Studi di Torino -. Avere a disposizione delle armi per poter contrastare proprio questa percentuale di recidiva è fondamentale e, in questo caso, lo si fa in maniera mirata”.
Personalizzazione e profilazione molecolare
La possibilità di accedere a questa terapia richiede però una profilazione molecolare del tumore, che permetta di identificare la presenza del riarrangiamento del gene ALK. “È necessario dunque procedere, anche nella malattia in stadio precoce, con una profilazione molecolare per poter prescrivere la nuova terapia, la cui efficacia nella riduzione del rischio di recidiva è stata osservata dallo studio clinico di fase III ALINA”.
“Lo studio aveva l’obiettivo di somministrare la terapia orale, due volte al giorno, del farmaco alectinib – ha affermato Filippo de Marinis, direttore della divisione di oncologia toracica dello IEO di Milano – già testato e già in commercio nella malattia avanzata metastatica, in questo setting ai pazienti operati, rispetto a un gruppo che invece riceveva lo standard, cioè due mesi di chemioterapia dopo l’intervento. Dopo due anni di trattamento orale quotidiano, quindi a tre anni, il vantaggio nella riduzione della ripresentazione della malattia è stato di una riduzione che gira intorno al 75% di incremento rispetto all’altro braccio”.
L’importanza dell’approccio personalizzato
Adottare un approccio personalizzato, che tenga conto delle caratteristiche individuali del paziente e della malattia, risulta fondamentale nelle fasi iniziali del tumore al polmone. Tuttavia, il ricorso ai test molecolari, in particolare prima dell’intervento chirurgico, non è ancora una prassi consolidata in tutti i centri italiani. La nuova terapia rappresenta dunque un forte stimolo a potenziare l’accesso ai test molecolari e a promuovere una medicina sempre più di precisione per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.