Nuove proteste in Russia per Navalny, oltre 5000 arrestati

Nuove proteste in Russia per Navalny, oltre 5000 arrestati
1 febbraio 2021

La polizia russa ha arrestato in oltre 35 città della Russia oltre 5mila attivisti che partecipavano alle proteste per chiedere la liberazione dell’oppositore Aleksej Navalny. Le manifestazioni sono cominciate sulla costa orientale, compresa la città di Vladivostok. Navalny, 44 anni, è stato arrestato il 17 gennaio al suo ritorno dalla Germania, dove era stato ricoverato in seguito a un tentativo di avvelenamento. Fermata e poi rilasciata anche la moglie Yulia. A Mosca le autorità hanno introdotto misure di sicurezza senza precedenti nel centro della città, chiudendo diverse stazioni della metropolitana vicino al Cremlino, deviando il traffico degli autobus e ordinando la chiusura di ristoranti e negozi.

Lo staff di Navalny aveva chiesto che a Mosca la protesta si tenesse in piazza Lubjanka, sede del quartier generale del Servizio di sicurezza nazionale, che secondo lo stesso Navalny è il responsabile del suo avvelenamento. L’avvertimento del Cremlino – Nelle scorse ore Il ministero dell’Interno russo aveva lanciato un severo avvertimento al pubblico di non partecipare alle proteste, dicendo che i partecipanti potrebbero essere accusati di aver preso parte a disordini di massa, che secondo il codice penale comportano una pena detentiva fino a otto anni. Chi pratica la violenza contro la polizia potrebbe rischiare fino a 15 anni. La polizia russa ha fermato la moglie di Aleksey Navalny, Yulia Navalnaya, mentre andava assieme a un gruppo di manifestanti verso il carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca, dove è rinchiuso l’oppositore. In serata la donna è stata rilasciata: secondo Interfax, i funzionari di polizia hanno compilato nei riguardi di Yulia un verbale amministrativo sulla “partecipazione a una protesta non autorizzata che ha implicato disturbi per passanti e trasporti”.

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Intanto gli Stati Uniti di Joe Biden, attraverso le parole del segretario di Stato Antony Blinken, condannano “le tattiche brutali” delle autorità russe contro i manifestanti di opposizione. Immediata la risposta di Mosca che ha accusato gli Usa di “grossolane interferenze” nei suoi affari interni. “Le grossolane interferenze degli Usa negli affari interni della Russia sono un fatto dimostrato così come la promozione di fake news e di appelli ad azioni non autorizzate su piattaforme internet controllate da Washington”, ha detto infatti il ministero degli Esteri russo in una nota ripresa dall’agenzia Interfax.  Anche l’Ue è intervenuta per condannare gli arresti dei manifestanti. “Anche oggi condanno gli arresti di massa e l’uso sproporzionato della forza contro manifestanti e giornalisti in Russia. Le persone devono poter esercitare il loro diritto di manifestare senza timore di repressione. La Russia deve rispettare i suoi impegni internazionali”, è quanto afferma infatti in una nota l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell.

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