Oms: coronavirus non è pandemia, ma epidemia in diverse regioni. Italia, 229 persone contagiate e 7 morte

24 febbraio 2020

In serata è arrivata la conferma di un altro decesso, il settimo, sempre in Lombardia. Il coronavirus “non è una pandemia”, ma “un’epidemia in diverse parti del mondo”, intanto fa sapere il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Adhanom Ghebreyesus. La stessa Oms in precedenza aveva detto che ci sono ora 79.339 casi di Covid-19 in 30 Paesi, con 2.619 morti. L’aumento dei casi al di fuori della Cina, in particolare in Iran, Corea del Sud e Italia, sta pesando sui mercati. Nel pomeriggio è morta agli Spedali civili di Brescia una donna di Crema che era stata trasferita ieri e risultata positiva al Coronavirus. Si tratta di una paziente oncologica e il quadro clinico era già compromesso. Le persone contagiate sono 229, di queste a ora sette sono morte. Ma al momento non ci sono altri focolai. A fare il punto è il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, nella conferenza stampa pomeridiana sull’emergenza coronavirus in Italia. “Abbiamo registrato 229 persone contagiate, di queste sei sono decedute e una è stata dimessa. Nel pomeriggio c’è stato un decesso di una persona di Castiglione d’Adda, con pregresse patologie. Si conferma che tutti quanti i deceduti hanno avuto delle pregresse patologie”.

“In Lombardia 172, con un incremento di 5 unità rispetto a stamattina. Il Veneto: 33 unità con un incremento di 6 unità. Sono tutti nelle aree della zona rossa, uno su Venezia città e 5 a Vo’. Rimangono confermati i dati su Lazio, il Piemonte con una unità in meno. Complessivamente le persone positive che sono ancora affette dal virus, 222: 101 ricoverate con sintomi, 27 sono in terapia intensiva e 94 sono in isolamento domiciliare”. In merito alla carenza di tamponi e di mascherine segnalate da più parti, Borrelli ha affermato: “Sono state segnalate delle esigenze di ulteriore approvvigionamento ma non mi pare che ci siano puntuali difficoltà, così come si sta provvedendo all’approvvigionamento di mascherine e quant’altro”. Per il numero uno della Protezione civile, comunque, non si può parlare di pandemia. “Mi auguro che non diventi una pandemia, non lo è diventata per i dati registrati nel resto del mondo e quindi credo che questi valori registrati in Italia siano contenuti entro i numeri ragionevoli e assolutamente non tali da giustificare il mutamento della tipologia di epidemia in pandemia”.

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“Aspettiamo di vedere gli esiti dei provvedimenti presi ieri che daranno un contributo a rallentare e interrompere” il contagio ha dichiarato il governatore della Lombardia Attilio Fontana.. “Nessuno – ha aggiunto – pensava che fosse così aggressiva la diffusione”. “Non dobbiamo spaventarci se il numero crescerà- dice invece il premier, Giuseppe Conte- aggiungendo di aver “appena firmato il decreto attuativo che dispone limitazioni per 14 giorni per le aree individuate come fulcri del contagio”. È chiaro che sono dei sacrifici, ma li ripaghiamo con una maggiore assistenza, con la massima attenzione per la loro salute. Chiedo fiducia ma do fiducia a loro: dobbiamo creare un’alleanza, un patto nell’interesse collettivo”. Intanto, potrebbe esserci intanto una svolta nell’individuazione del possibile ‘paziente zero’ che ha diffuso il Coronavirus a Vo’. Un agricoltore 60enne di un paese vicino, Albettone (Vicenza), frequentatore dei bar di Vo’, era stato a Codogno e in altri centri del lodigiano, focolaio del virus in Lombardia, nelle scorse settimane, ed ora ha tosse e sintomi influenzali. Lo apprende l’Ansa dal sindaco di Vo’, Giuliano Martini. “Abbiamo avvisato l’Usl di competenza e il sindaco di Albettone, ora il 118 lo porta a fare tampone”.

CASO ITALIA ALLARMA L’EUROPA

Il caso Italia allarma ora tutta Europa e in particolare i paesi vicini, con Francia, Svizzera e Austria che non escludono eventuali contromisure se la situazione dovesse peggiorare. I passeggeri di un volo proveniente dall’Italia, intanto, sono stati bloccati all’aeroporto di Mauritius dopo lo sbarco. Ai passeggeri verrebbe richiesto di accettare un periodo di quarantena oppure di rientrare subito in Italia. E così l’Alitalia annuncia di stare presisponendo il rientro immediato per i passeggeri lombardi e veneti atterrati alla Mauritius. “Il volo Alitalia AZ 772 Roma-Mauritius, decollato dall`aeroporto di Roma Fiumicino alle ore 21:40 di domenica 23 febbraio – si legge in una nota -, è regolarmente atterrato all`aeroporto di Mauritius alle ore 10:45 locali (le 7:45 in Italia), con a bordo 212 passeggeri e 12 membri dell`equipaggio”. “In base a disposizioni delle Autorità di Mauritius, non trasmesse alla Compagnia prima dell`arrivo del volo – prosegue la compagnia -, lo sbarco di 40 persone originanti da Lombardia e Veneto sarebbe stato condizionato a una messa in quarantena locale. Su richiesta degli stessi, ed in costante coordinamento con l`Unità di Crisi della Farnesina, Alitalia ne sta predisponendo il rientro immediato, nonostante nessuno di loro abbia dichiarato sintomi di qualsivoglia malessere”.”Alitalia – conclude la nota – ha immediatamente coinvolto le Autorità competenti al fine di chiarire l`eventuale sussistenza di limitazioni alla mobilità dei cittadini italiani non sottoposti ad alcuna delle restrizioni vigenti”.

LO SPORT SI FERMA

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La Federcalcio chiederà al governo se si possono disputare a porte chiuse le partite di calcio nelle regioni sottoposte al blocco delle manifestazioni sportive, fino al 1° marzo. L’indicazione arriva dal Consiglio federale in corso a Roma. Interessata anche Inter-Ludogorets di Europa League, in programma giovedì. Per Juve-Inter, big match della prossima giornata, è stato escluso il rinvio a lunedì. “Juve-Inter a porte chiuse? Credo che in questo momento la priorità per il sistema Paese sia la tutela della salute pubblica” ha detto il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. “È evidente che c’è il dialogo con tutti i soggetti portatori di interesse – dice ancora Agnelli -. Appoggeremo qualsiasi determinazione assunta nella tutela della salute pubblica. Se così disporranno gli enti, così faremo. L’interruzione del sistema sportivo è difficile, c’è un calendario intasato, anche perché si è iniziato il campionato tardi e si è deciso di non giocare durante la sosta natalizia”. E sulla possibilità di spostare la partita altrove, su campo neutro, Agnelli ammette che “è estremamente complicato. In quest’ottica, ancorché dispiaccia per lo spettacolo, dobbiamo avere in mente la tutela della salute pubblica”.

La Federazione italiana pallavolo, congiuntamente alle due Leghe di Serie A maschile e femminile, rende noto di “avere deciso di sospendere l’intera attività pallavolistica nazionale a tutti livelli fino al primo marzo compreso”. “La decisione – si legge, in un comunicato – è stata assunta al termine di una riunione d’urgenza che si è tenuta ieri a Bologna in conseguenza dei diversi provvedimenti che si stanno assumendo in ambito governativo-istituzionale”. Anche il rugby si ferma a causa dell’emergenza Coronavirus. Lo rende noto, con un comunicato apparso sul sito ufficiale, la Federazione. “La Federazione italiana rugby – si legge – facendo seguito alle ordinanze disposte dalle autorità competenti e del Coni, in tema di contenimento dell’emergenza epidemiologica in atto, per il fine settimana del 28 febbraio-1 marzo sospende i campionati nazionali, inclusa tutta l’attività giovanile, ma anche l’attività di raduno delle Nazionali nelle regioni raggiunte dai dispositivi”.

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Si associa anche il nuoto italiano. Il consiglio federale della Fin riunitosi a Roma, “preso atto delle ordinanze disposte dalle autorità competenti, ed in particolare da alcune Regioni italiane, sospende lo svolgimento di tutte le competizioni e manifestazioni sportive, di ogni livello e dislocazione, fino a domenica 1° marzo compreso, al fine di evitare difformità nelle attività programmate sul territorio nazionale”, rende noto la Federnuoto.

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