Ora la pizza è patrimonio Unesco. Ed esplode la festa a Napoli

7 dicembre 2017

La pizza napoletana, o meglio il pizzaiolo, e’ bene immateriale del patrimonio dell’umanita’ Unesco. Ed esplode la festa a Napoli. Tavoli in strada dalle prime ore del giorno, i primi pizzaiuoli targati Unesco al lavoro, esibizioni acrobatiche e tanta gente per il ritorno della tradizione della pizza sospesa, offerta a coloro che non possono permettersi di pagarla, nella storica via Chiaia, che e’ il centro dei festeggiamenti nel cuore di Napoli vicino all’Antica Pizzeria Brandi, dove secondo tradizione e’ nata la margherita. Un’altro manifestazione è in programma giovedì 14 dicembre, per celebrare l’arte del pizzaiuolo napoletano riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Dalle 11 alle 15, in piazza Del Gesù, si festeggia la nomina della Commissione Unesco riunita in Corea del Sud con l’evento Napoli Pizza Village & Friends per l’Unesco – Special Edition, ideata e promossa da Napoli Pizza Village, con il patrocinio del Comune di Napoli e della Fondazione Univerde. Pizza gratis per tutti con centinaia di pizzaioli, tutti coloro che hanno contribuito al successo e i forni della più celebre e grande manifestazione dedicata alla pizza napoletana. Proprio dal Napoli Pizza Village è partito, infatti, nel 2014 il percorso per il riconoscimento di quest’arte grazie alla proposta fatta agli organizzatori da Alfonso Pecoraro Scanio per iniziare la raccolta delle firme che è proseguita in tutto il mondo, arrivando in tre anni, a un totale due milioni si sottoscrizioni. “Quando Alfonso Pecoraro Scanio, proprio tra i tavoli del Napoli Pizza Village, annunciò l’avvio della petizione, abbiamo deciso di sostenere quest’avventura, non immaginando che il percorso sarebbe stato così ricco di soddisfazioni – hanno affermato Claudio Sebillo ed Alessandro Marinacci, ideatori ed organizzatori di Napoli Pizza Village – Siamo così orgogliosi di questa vittoria che speriamo di festeggiare con tutta Napoli lo storico risultato con un evento gratuito aperto a tutti dove protagonisti saranno ancora una volta i pizzaiuoli per i quali abbiamo ottenuto questo importante riconoscimento internazionale”. I festeggiamenti cominciano oggi e continueranno fino alla prossima edizione del Napoli Pizza Village, in programma dall’1 al 10 giugno 2018, sul lungomare Caracciolo di Napoli.

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Il processo per arrivare a un ennesimo riconoscimento mondiale per la pizza, blindando la sua italianita’, e’ iniziato nel marzo 2010 i’, anche se la candidatura ufficiale e’ stata presentata dalla Commissione Nazionale Italiana Unesco nel marzo 2015 una prima volta e poi di nuovo il 4 marzo 2016, quando il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, riunitosi a Roma, ha deliberato all’unanimita’ di ricandidare per l’anno 2017 nella Lista dei Patrimoni immateriali dell’Umanita’ dell’Unesco “L’Arte tradizionale dei pizzaiuoli napoletani”. Un risultato ottenuto anche grazie alla grande mobilitazione per Expo di Coldiretti, Fondazione UniVerde, e Associazione Pizzaiuoli Napoletani con il coinvolgimento delle delegazioni dei paesi partecipanti all’esposizione universale di Milano. Poi tra i momenti piu’ significativi per arrivare al risultato c’e’, sottolinea Coldiretti, l’entrata dell’Italia nel Guinness World Record con l’impresa della “Pizza piu’ lunga del mondo” realizzata il 18 maggio 2016 a Napoli, giorno in cui 5 forni a legna appositamente progettati e costruiti per l’occasione, riuscirono a cuocere 1853,88 metri di pizza. L’arte dei pizzaiuoli napoletani e’ l’ottavo “tesoro” italiano a essere iscritto nella Lista dell’Unesco, che conta in totale 365 elementi culturali di 108 Paesi. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014) e la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi.

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