Orge e droga, la vita dei carabinieri di Piacenza. Ancora dettagli dall’ordinanza

Orge e droga, la vita dei carabinieri di Piacenza. Ancora dettagli dall’ordinanza
24 luglio 2020

I magistrati ora parlano anche di “un’orgia” alla quale hanno partecipato “due escort” e che si sarebbe svolta nell’ufficio del comandante Marco Orlando mentre l’appuntato era assente. E, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe stato proprio lui a raccontare a un collega di Piacenza quanto accaduto. La serata sarebbe stata organizzata per festeggiare un compagno di lavoro, successivamente accompagnato nell’ufficio del comandante dove ad aspettarlo vi erano due prostitute: “Urlava come una dannata. Il cappello di Orlando, la giacca, ha buttato tutte le pratiche per terra. Era un bordello”.

Continuano ad uscire dettagli dall’ordinanza di 300 pagine del Gip Luca Milani che ha portato agli arresti dei carabinieri di Piacenza, con festini a base di droga e orge. La città è sotto shock a seguito dell’indagine “Odysseus” condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato di fatto all’azzeramento della caserma dell’Arma Levante di via Caccialupo. Su otto militari operativi nella caserma che ora è sotto sequestro, solo uno infatti è risultato estraneo alle attività criminali dei colleghi, indagati per traffico di droga, violenze, soprusi, estorsioni e torture.

Parallelamente all’inchiesta cardine, partita dalla segnalazione dell’ex comandante del nucleo investigativo Rocco Papaleo, in una segnalazione fatta alla polizia municipale, si sono aggiunte quella della Procura Militare di Verona, competente su Piacenza, che come riferito dal procuratore Stanislao Saeli ha già “ravvisato gli estremi per reati militari”. Intanto c’è attesa sull’esito degli interrogatori di garanzia che si terranno tra oggi e sabato in carcere, dove i carabinieri sono attualmente detenuti in isolamento, tranne il maresciallo comandante della stazione che è agli arresti domiciliari.

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Insomma, il sesso era ormai una vera e propria ossessione. Un ex informatore della squadra, nel racconto che dà il via alle indagini, oltre a parlare ai magistrati di festini hard con una transessuale brasiliana, esce allo scoperto su “una ragazza ucraina o russa tossica che quando è in astinenza si rivolge a Montella che la fa andare in caserma e gli dà la droga dietro prestazioni sessuali”. Il gruppetto più volte avrebbe fatto sparire parte della droga sequestrata per poi rivenderla con una rete di pusher, tenendo i soldi dello spaccio ben nascosti nella cassaforte comune.

RIMOSSO IL COMANDANTE

Il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, Stefano Savo, è stato rimosso dall’incarico a seguito dell’indagine “Odysseus”. Savo, che è estraneo ai fatti dell’inchiesta, è arrivato a Piacenza lo scorso novembre; ha accettato la decisione e lascerà la guida del reparto operativo e del nucleo investigativo nelle prossime ore. Su otto carabinieri operativi nella caserma, che ora è sotto sequestro, solo uno dei militari è risultato estraneo alle attività criminali dei colleghi, indagati per traffico di droga, violenze, soprusi, estorsioni e torture durante il periodo della quarantena per l’emergenza coronavirus. Cinque colleghi sono in carcere, uno ai domiciliari, tre sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, uno all’obbligo di dimora nella provincia.

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LA VISITA DEL GENERALE

Intanto, è durata poco meno di due ore la visita del comandante legione carabinieri Emilia-Romagna, il generale Davide Angrisani, a Piacenza. Il generale Angrisani è arrivato in procura poco dopo le 11, per incontrare la procuratrice Grazia Pradella. Al termine del colloquio il comandante non ha voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa e si è diretto, in auto, verso la caserma al centro dell’indagine che ha portato all’arresto in carcere di cinque militari, a un arresto domiciliare (il comandante della stazione Levante) e all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria per un altro militare.

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